Alla fine dell'800' in Sardegna si ha una forte crescita culturale di cui, la pittura, è parte integrante. Gli iniziatori di questo processo sono il nuorese Antonio Ballero (1864-1932), il sassarese Giuseppe Biasi (1885-1945) ed il cagliaritano Filippo Figari. Fanno parte di un gruppo, comprendente letterati, poeti, giornalisti ed altri, che tra il 1902 ed il 1904, a Roma, portano avanti l'idea di una identità sarda. Mentre Ballero rimane ai margini dell'arte figurativa, una terza via si affianca a Figari ed a Biasi, quella di Mario Delitala (1887-1990). La Grande guerra accelera il processo avviato nel secolo precedente guadagnando il ruolo di protagonista. Durante il Fascismo si presentano momenti difficili. Il 30 novembre 1927 si costituisce il Sindacato regionale Belle Arti, di cui è segretario Figari e nel 1930, a Sassari, prende vita la Prima mostra sindacale della regione, in cui Dessy e Delitala fanno la parte del leone. Negli ultimi tempi, la connessione con la Sardegna è rappresentata da percorsi di ricerca innovativi che danno vita a linguaggi non figurativi. Nonostante l'arte sarda del 900' presenti sculture di successo, sono ancora pochi gli artisti sardi che si dedicano alla Scultura. Gavino Tilocca (1911-1999), proveniente dall'Accademia di Carrara, cerca di dare un indirizzo meno regionalistico ai propri lavori. Tra gli anni 40' e 50', tra i propri lavori, inizia a proporre l'esperienza ceramica. Costantino Nivola (1911-1988) nato come grafico, negli anni 40' si afferma come creatore di opere monumentali, in virtù dell'incontro, a New York, con Le Corbusier che influenza in tal senso la sua ricerca artistica. Il legame con la Sardegna lo porterà. Negli anni 80' alla realizzazione di opere come “Le Madri”, in marmo.