Ancora oggi, retaggio di oltre 200 anni di storia Orgolese, nel suo piccolo laboratorio-museo, Maria Corda alleva il Baco da Seta, di razza “Orgosolo” da cui, attraverso una lavorazione artigianale al telaio, otterrà la seta necessaria per confezionare “Su Lionzu”, il copricapo tradizionale dell'abbigliamento femminile di Orgosolo.
La produzione di “Su Lionzu” rappresenta, quindi, l'atto finale dell'intero ciclo di sericoltura e tessitura della seta, che vanta un passato antico, di cui Maria Corda è, oggi, l'ultima testimonianza storica.
L'introduzione delle piante di Gelso bianco e dei Bachi da Seta ad Orgosolo, intorno alla fine del 1600, parebbe dovuta ai frati gesuiti che già operavano già come bachicoltori nel vicino villaggio di Oliena. Indicazione di ciò ci perviene da Padre Antonio Bresciani in uno scritto del 1850.
Il primo passo dei Frati Gesuiti rappresentò un'orma indelebile per Orgosolo dando vita ad una lunga tradizione artigiana dell'allevamento del baco che, nel tempo, si è selezionato come una specie autoctona, riconosciuta con il nome di “razza Orgosolo”, dal caratteristico colore giallo.
L'introduzione delle piante di Gelso bianco e dei Bachi da Seta ad Orgosolo, intorno alla fine del 1600, parebbe dovuta ai Frati Gesuiti che già operavano già come bachicoltori nel vicino villaggio di Oliena. Indicazione di ciò ci perviene da Padre Antonio Bresciani in uno scritto del 1850.
Il primo passo dei Frati Gesuiti rappresentò un'orma indelebile per Orgosolo dando vita ad una lunga tradizione artigiana dell'allevamento del baco che, nel tempo, si è selezionato come una specie autoctona, riconosciuta con il nome di “razza Orgosolo”, dal caratteristico colore giallo.
Con il germogliare degli alberi di Gelso, intorno ai primi di maggio, ha inizio l'allevamento.
Per tradizione, la schiusa ha inizio il 25 aprile, festa di San Marco giorno in cui le donne si sarebbero recate in processione dalla Chiesa di san Pietro fino alla chiesa campestre di san Marco, portando in seno un involucro di cotone contenete i preziosi semi.
Ultimata la schiusa, le larve vengono poggiate su un letto di foglie di gelso contenute in cassette di legno, dove rimarranno fino alla fine dello stadio larvale, per essere nuovamente spostate su rami secchi di cisto e lavanda selvatica e posti all’interno di canestri.
Qui i bachi si preparano per la loro trasformazione in farfalle e quindi alla formazione dei bozzoli, i quali verranno prelevati a concludere il ciclo vitale dell’allevamento.
Seguiranno la trattura, la raccolta delle bave in un aspo, il lavaggio e le fasi finali di tintura, orditura, e tessitura de “Su Lionzu”, il cui colore oro è ottenuto attraverso due tipi di filati: l’ordito, preparato con la seta naturalmente gialla della “razza Orgosolo”, e la trama, che viene precedentemente tinta con lo zafferano. Ad oggi, a Orgosolo, di quella che era un’attività femminile assai comune, rimane soltanto una donna, Maria Corda, che ancora porta avanti nel suo laboratorio l’intero processo di produzione e lavorazione della seta.
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