Launeddas
Struttura
Le launeddas sono uno strumento musicale a fiato policalamo ad ancia battente, originario della Sardegna. È uno strumento di origini antichissime in grado di produrre polifonia, è suonato con la tecnica della respirazione circolare ed è costruito utilizzando diversi tipi di canne. Lo strumento è formato da tre canne, di diverse misure e spessore, con in cima la cabitzina dove è ricavata l'ancia. • Il basso (basciu o tumbu) è la canna più lunga e fornisce una sola nota: quella della tonica su cui è intonato l'intero strumento (nota di "pedale" o "bordone"), ed è privo di fori. • La seconda canna (mancosa manna) ha la funzione di produrre le note dell'accompagnamento e viene legata con spago impeciato al basso (formando la croba). • La terza canna (mancosedda) è libera, ed ha la funzione di produrre le note della melodia. • Sulla mancosa e sulla mancosedda vengono intagliati a distanze prestabilite quattro fori rettangolari per la diteggiatura delle note musicali. Un quinto foro (arreffinu) è praticato nella parte terminale delle canne (opposta all'ancia). • Le ance, realizzate sempre in canna, sono semplici, battenti ed escisse in unico taglio sino al nodo. • L'accordatura viene effettuata appesantendo o alleggerendo le ance con l'ausilio di cera d'api. • Per la costruzione delle Launeddas non si usa la canna palustre phragmites australis, bensì la canna di fiume arundo donax, o canna comune, e la arundo pliniana turra, detta canna mascu o cann'e Seddori, un tipo particolare di canna che cresce principalmente nel territorio compreso fra Samatzai, Sanluri e Barumini. • La canna comune viene utilizzata per la costruzione de su tumbu e delle ance, mentre sa cann'e Seddori viene utilizzata per la costruzione della mancosa e della mancosedda. • Rispetto alla canna comune infatti presenta una distanza internodale molto maggiore, che può arrivare a diverse decine di centimetri, ed uno spessore notevole, che la rende più robusta e conferisce allo strumento un timbro particolare.
Varietà
Esistono diversi tipi di launeddas tra cui i principali sono: • punt'e organu • fiorassiu • mediana Dai tipi principali, attraverso opportuni accoppiamenti tra crobas e mancoseddas, si ottengono sottotipi: • mediana a pipìa • fiuda bagadìa • tzampognia • spinellu • frassettu • contrappuntu(*) • su para e sa mongia(*) • morisku(*) (*) caduti in disuso La mancosedda della mediana ha la particolarità di avere cinque fori per la diteggiatura, di cui il primo o l'ultimo sono otturati con cera per ottenere rispettivamente la mediana propriamente detta (o mediana sciutta) e la mediana a pipìa. Lo stesso accorgimento è utilizzato nello spinellu. Tutti gli strumenti possono essere costruiti in varie tonalità. Uno strumento simile caratterizza Pan, il dio pastore del mondo greco. Strumenti congeneri, suonati con tecniche simili, sono presenti nell'Africa Settentrionale ed in Medio Oriente. L'uso delle launeddas è attestato in un arco temporale che va dalla preistoria, come si evince dal celebre bronzetto itifallico (nuragico), ritrovato ad Ittiri, rappresentante presumibilmente un suonatore di launeddas e, attraverso varie vicissitudini e con le modificazioni dovute al riuso, sino ai nostri giorni. Le occasioni d'utilizzo, laiche o religiose, contemplavano l'esecuzione di brani originali; è credibile l'uso in rituali magico-rituali, come nel caso dei riti della malmignatta (argia),(vedova nera) analoghi alle tarantolate dell'Italia Meridionale o altri riti consimili e, per trasposizione sincretica, all'attuale uso religioso. Il ballo sardo, che vanta una maggiore sopravvivenza e ricchezza di Nodas o Picchiadas (frasi musicali), pur rivelando una sua specificità, deve essere necessariamente ricondotto ai balli orgiastico-cultuali in cerchio attorno agli officianti o al fuoco dei riti primitivi e questo è dimostrato dal fatto che, in epoca storica, l'occasione di ballo era indissolubilmente legata al ciclo dell'annata agraria, svolta nei sagrati delle chiese o d'antichi siti sacri. Sino agli inizi degli anni sessanta, il suonatore (o più di uno) si poneva al centro di un cerchio di ballerini (su Ballu Tundu), che tenendosi per mano ruotavano lentamente attorno allo stesso, andando avanti e indietro al ritmo della musica, secondo uno schema ossessivo ed ipnotico che prevedeva diversi tipi di passo e di movenze codificati, sincronizzati con i diversi momenti della sonata che normalmente durava 20-30 minuti, ma che poteva protrarsi anche per più di un'ora. Altri usi attestati dello strumento sono l'accompagnamento al canto (Muttettus, Goggius, Cantzonis a curba...), l'accompagnamento de Is obreris, l'accompagnamento nei cortei delle sagre, dei matrimoni e di tutte quelle attività che prevedevano partecipazione popolare alla vita sociale. La diffusione e la coincidenza della scala modale dello strumento con tutta la musica sarda suggerisce la sua diffusione, in passato, in tutta la Sardegna, In epoca storica lo strumento sopravvive soprattutto nel Sarrabus, a Cabras, in Ogliastra, nella Trexenta e ad Ovodda, per via di un unico suonatore, l'ultimo suonatore della Barbagia Il Sarrabus, e soprattutto Villaputzu, vantava e vanta ancora, una scuola che disponeva dei più raffinati maestri, custodi del ricco repertorio delle varie suonate, delle tecniche costruttive e del vasto patrimonio letterario orale concernente lo strumento.
Suonatori
Scuola del Campidano • Antonio "Antoniccu" Pireddu, Sinnai (CA) 1850 - 1896 • Raffaele Marras, Sestu (CA) 1860 - 1933 • Francesco Vacca, Cagliari 1865 - 1953 • Salvatore Lecis, Sanluri (CA) 1870 - 1939 • Adamo Billai, Uta (CA) 1873 - 1966 • Giuseppino Cocco, Guasila (CA) 1872 - 1954 • Tomaso Martis, Ussana (CA) 1872 - 1953 • Emanuele Marceddu, Pirri (CA) 1874 - 1924 • Beniamino Palmas, Sinnai (CA) 1874 - Pirri (CA) 1961 • Giovanni "Giuanniccu" Pireddu, Sinnai (CA) 1874 - 1947 • Luigi Farris, Soleminis (CA) 1875 - 1965 • Francesco "Cicciu" Trudu, Samassi (CA) 1882 - 1962 • Luigi Serra, Musei (CA) 1885 - 1975 • Salvatore "Boiccu" Cogoni, Quartu S.E.(CA) 1888 - Villaspeciosa (CA) 1975 • Efisio Cadoni, Ussana (CA) 1891 - Pirri (CA) 1968 • Francesco Martis, Ussana (CA) 1908 - 1984 • Pasquale Erriu, San Nicolò Gerrei (CA) 1912 - Cagliari 1982 Scuola del Sarrabus • Agostino Vacca, Villaputzu (CA) 1847 - 1896 • Giovanni "Giuanniccu" Cabras, Villaputzu (CA) 1872 - Decimomannu (CA) 1942 • Gioacchino Seu, Villaputzu (CA) 1873 - Cagliari 1957 • Antonio Lara, Villaputzu (CA) 1886 - 1979 • Emanuele Lara, Villaputzu (CA) 1888 - 1941 • Efisio Melis, Villaputzu (CA) 1890 - Cagliari 1970 • Peppino Cabras, Villaputzu (CA) 1898 - Villasor (CA) 1965 • Felicino Pili, Villaputzu (CA) 1910 - Oristano 1982 • Aurelio Porcu, Villaputzu (CA) 1914 - 2007 • Armando Mura Muravera (CA) 1928 - 1983 • Ennio Meloni, Muravera (CA) 1935 - 2010 • Mario Cancedda, Villaputzu (CA) • Pietrino Murtas, Muravera (CA) • Benigno Sestu, San Vito • Luigi Lai, San Vito altri suonatori furono Antioco Cabras padre di Giovanni"Giuaniccu" Cabras, Giuseppe Lara padra di Antonio ed Emanuele Lara e Cesarino Cinus.suonatori super quotati Scuola del Sinis (Oristano) • Su Brichi, Cabras (OR) 1850 - 1918 • Daniele Casu (Paui), Cabras (OR), 1928 - 2000 • Giovanni Casu (Paui), Cabras (OR), 1933 • Francesco Castangia "Su Cau", Cabras (OR) 1933 - 1992 • Giovanni Lai, Cabras (OR) 1937 - 1973 • Vincenzo Bellu (su buffu),Riola Sardo (OR) 1925-2008 • Stefano Pinna,Cabras (OR) 1972 • Luca Loria,Nurachi (OR) 1967 • Gabriele Tola,Milis (OR) 1963 Scuola della Trexenta • Giuseppe Figus, Ussana (CA) 1814 - Monastir (CA) 1868 • Giuseppe "Peppi" Sanna, Samassi (CA) 1846 - Samatzai (CA) 1922 • Francesco "Francischeddu" Sanna, Samatzai (CA) 1868 - 1935 • Enrichetto Sanna, Samatzai (CA) 1888 - 1972 • Dionigi Burranca, Samatzai (CA) 1913 - Ortacesus (CA) 1995