Feste e Sagre
Le sagre di primavera
La Sardegna può considerarsi una delle zone del Mediterraneo occidentale che ha conservato gelosamente le proprie forme di vita e mentalità nel corso del tempo. La forte sensazione di peculiarità ed unicità che inevitabilmente si avverte è ancora più evidente nel folklore e nelle tradizioni popolari che si ripetono fedeli e con un fascino immutato. Le feste paesane, le sagre tradizionali, sono un appuntamento agrituristico particolarmente stimolante, soprattutto quando si tratti di manifestazioni legate alle stagioni dell’agricoltura, ai prodotti tipici, alle radici più caratteristiche della cultura contadina. Le feste e le sagre della Sardegna sono nate dall'unione di celebrazioni sacre e manfestazioni folcloristiche e alcune offrono la possibilità di vedere in un'unica manifestazione i ricchi costumi tradizionali provenienti da tutta la Sardegna, sfilate, gare poetiche, sfrenate corse di cavalli, oltre che ascoltare il ricco repertorio musicale caratterizzato dal suono di fisarmoniche e launeddas. Le feste scandiscono da sempre la vita delle comunità isolane e oggi più che mai, soprattutto con la rivalutazione di molte sagre minori, sono legate al desiderio di riaffermare la propria unica identità culturale. Spesso le feste durano diversi giorni, coinvolgendo tutta la comunità, e molte volte, per l'occasione, vengono preparati dolci tipicie speciali ed organizzati banchetti con pietanze tradizionali a cui tutti possono partecipare. Ogni stagione ha le sue feste e le sue sagre. In primavera occupano un posto di particolare rilievo la Sagra di Sant'Efisio e la Cavalcata Sarda. La festa più importante nella provincia di Cagliari è la Sagra di Sant'Efisio che si svolge per l'appunto nel capoluogo sardo in primavera. Dal 1657, il 1 maggio di ogni anno, l'antico quartiere di Stampace è teatro di una delle feste più significative dedicate al martire guerriero cui gli abitanti si erano rivolti per scongiurare i terribili effetti di un'epidemia di peste e dell'invasione dei pirati nel lontano 1655. La sagra di Sant'Efisio è caratterizzata da una lunga e solenne processione che vede il simulacro del Santo, issato su un carro a buoi, lasciare il quartiere di Stampace il giorno 1 Maggio per concludersi a Nora, un paese distante una trentina di chilometri, nella chiesetta dedicata al Santo da cui riparte il 4 Maggio per tornare a Cagliari, seguito da molti fedeli alcuni dei quali seguono la processione scalzi. Tra le manifestazioni che si svolgono durante il periodo primaverile nella provincia di Sassari la più importante è senza dubbio la Cavalcata Sarda. La Cavalcata sarda è una manifestazione folkloristica e culturale che si svolge solitamente la penultima domenica di maggio, anche se non è una data tassativa, che consiste in una sfilata di costumi e colori rappresentati da tutti i gruppi folkloristici dell'intera Sardegna, ognuno dei quali con il costume caratteristico del luogo, che attraversa le principali vie della città e si conclude nel suo cuore, proprio all'interno della parte più antica. La sfilata è seguita da una esibizione di cavalli e cavalieri che si esibiscono nell'ippodromo cittadino in giochi equestri e figure acrobatiche. Nei cinquecento metri del tratto finale si esibiscono nelle pariglie e nelle parezzas, esibizioni di acrobazia e velocità di estrema difficoltà e precisione. Contrariamente ad altre manifestazioni, come ad esempio la Sagra di Sant' Efisio e la Festa del Redentore, la Cavalcata è una festa esclusivamente laica e non una manifestazione di antica tradizione, anche se la prima edizione deve farsi risalire al 1711 quando vennero fatte sfilare delegazioni di paesi nei loro abiti tipici a beneficio degli spagnoli che allora dominavano l'isola.
Le sagre estive
Anche in estate le manifestazioni, feste e sagre sono numerose. Tra queste spiccano sicuramente la Discesa dei Candelieri e la Festa del Redentore. La Discesa dei Candelieri, conosciuta anche come la Faredda de li Candereri, è una festa che si tiene a Sassari il 14 Agosto, la sera precedente alla festa della Madonna Assunta e consiste in una processione danzante di nove colonne lignee, detti appunto candelieri, alte tre metri, decorate e ornate con bandiere e lunghi nastri di seta colorati, che vengono portate a spalla da giovani robusti lungo un percorso che inizia dalla chiesa del Rosario, procede lungo il Corso Vittorio Emanuele II fino a Porta Sant' Antonio per proseguire attraverso il Corso Francesco Vico fino ad arrivare alla chiesa di Santa Maria di Betlem, mentre i portatori danzano al ritmico ed assordante suono di tamburi e pifferi. La Discesa dei Candelieri è chiamata anche Festa Manna, ovvero Festa Grande, e viene celebrata a cura dei "gremi", le antiche corporazioni degli artigiani e dei contadini, per ringraziare la Madonna di aver messo fine alla grave epidemia di peste che aveva colpito la città nel 1582. Di origine religiosa è invece la Festa del Redentore, che si celebra a Nuoro l'ultima domenica di agosto, tra la città e la sua montagna sacra, il Monte Ortobene. Oltre che come grande manifestazione religiosa, viene celebrata anche come grande spettacolo di folklore e vede la partecipazione di numerosi gruppi in costume provenienti da tutta la Sardegna. L'origine della festa si colloca agli inizi del secolo in ricordo della posa della Statua del Redentore, realizzata interamente in bronzo dallo sculture calabrese Vincenzo Ierace, e la successiva benedizione e consacrazione del Monte Ortobene durante l'anno 1901. La festa si svolge la domenica precedente la data del 29 agosto, con la grandiosa sfilata dei gruppi folkloristici provenienti da tutti i centri della Regione sarda, che offrono allo spettatore processioni di figuranti vestiti con i costumi della tradizione sarda, propongono coreografie tipiche, maschere tradizionali, balli sardi e sfilate di cavalli, mentre per le strade risuona la musica delle launeddas, delle fisarmoniche o dei suggestivi canti a tenores. La giornata si conclude all'Anfiteatro Comunale con il Festival del Folklore.
Le sagre di autunno e inverno
Agli inizi della stagione autunnale, a Bosa, si onora Nostra Signore di Regnos Altos con una processione nei vicoli del centro storico, dove i fedeli allestiscono altarini adornati con fiori e drappi in onore della Madonna. Il sabato notte tutto il paese è in festa sino all'alba, i riti religiosi si concludono con musica e assaggi di prodotti tipici. Tra le sagre e le feste che si svolgono in autunno possiamo annoverare le caratteristiche Sagra delle Castagne e delle Nocciole ad Aritzo, Sagra dello Zafferano a San Gavino Monreale nel Medio Campidano, la Rassegna dei Vini Novelli di Milis e la Festa della Madonna del Rimedio la più antica in Sardegna che si svolge dal 1893 ad Ozieri. L'inverno isolano si contraddistingue anche per il suo Carnevale e per i Riti Pasquali. La Pasqua è una ricorrenza molto sentita dalle comunità isolane, preceduta dai riti della Settimana Santa con rappresentazioni suggestive e coinvolgenti come la Festa di Lunissanti a Castelsardo. Il Lunedi della Settimana Santa, prima di Pasqua, si celebra la Festa di Lunissanti che consiste in una processione, sino all'Abbazia di Santa Maria a Tergu, che sfila a lume di torcia intonando antichi cori sacri. I protagonisti di queste celebrazioni indossano tuniche bianche, i 12 apostoli cantori hanno il volto scoperto, mentre i 10 apostoli silenziosi portano per tutta il cappuccio che lascia intravedere solo gli occhi, provocando una certa suggestione perché richiamano le atmosfere degli ancestrali cerimoniali di antichi ordini religiosi. Tra i Riti Pasquali si possono citare anche il Desclavement di Alghero, S'Incontru, ossia l'incontro tra il Cristo Risorto e la Madonna, nel giorno di Pasqua ad Orosei ed Oliena e la Processione del Descenso che si svolge ad Igliesias il Venerdì Santo. Febbraio è il mese del Carnevale e per tale ricorrenza in tutta l'Isola si svolgono sfilate di balli in maschera o esibizioni di carri allegorici. Tra tutte le manifestazioni che si svolgono in Sardegna per il Carnevale, le più importanti sono sicuramente il Carnevale che si svolge nei diversi paesi della Barbagia nel nuorese e la Sartiglia di Oristano. Ciascun carnevale in Barbagia ha le proprie maschere e i propri costumi ma tutte riproducono fondamentalmente la coppia animale-guardiano o bue-contadino. Quello di Mamoiada è ritenuto il carnevale più suggestivo e austero con le sue maschere tragiche ed ancestrali. A Mamoiada sfilano i Mamuthones, le cui figure simboleggiano i vinti, che avanzano a capo chino con saltelli cadenzati, come in una danza rituale, con il corpo rivestito di pelli ovine e le spalle interamente ricoperte di circa trenta-quaranta campanacci bovini con i quali producono un suono ritmico, cupo ed inquietante e attorno ai quali danzano gli Issocadores, simboleggianti i vincitori, che usando dei lacci cercano di catturare gli spettatori. La sera si accendono delle cataste di legna e si danza intorno in onore del Dio del fuoco. Nella provincia di Oristano è famosa soprattutto l'antica Festa della Sartiglia, che si svolge l'ultima Domenica di Carnevale e si conclude il Martedì grasso. Lasciata in eredità dai catalani, è considerata in Sardegna la più autentica nel suo genere. Si tratta di una giostra equestre durante la quale i cavalieri al galoppo, "Su Componidori ", cercano di infilzare con una spada una stella d'argento sospesa al centro del percorso. Si tratta di un rito per propiziare il buon raccolto dell'anno da poco iniziato, infatti, dal numero di stelle infilzate si trarrà poi l'auspicio per il raccolto del nuovo anno. In anni recenti è stata aggiunta alla festa la corsa di Sas Pariglias con l'esecuzione di figure acrobatiche su due o tre cavalli che corrono affiancati al galoppo. Tra le sagre e le feste che si svolgono in autunno possiamo annoverare le caratteristiche Sagra degli Agrumi che si svolge all'inizio di febbraio a Zerfaliu, in provincia di Oristano, e la Sagra del Carciofo, la seconda domenica di marzo a Uri nel sassarese.