Alghero
Storia
Alghero è situata nella parte nord-occidentale della Sardegna, all'interno dell'omonima rada. La maggior parte del territorio a nord dell'area urbana è occupato dalla pianura della Nurra. Nell'estrema frangia a nord-ovest si ergono i sistemi carsici di Capo Caccia, Punta Giglio e Monte Doglia. Procedendo a sud della città si osserva un territorio formato per lo più da vulcaniti che vanno a formare gli altopiani di Villanova Monteleone e Bosa, dall'ultimo del quale hanno origine alcuni corsi d'acqua che hanno favorito l'agricoltura. Il clima di Alghero è sicuramente mite per la presenza del mare che soprattutto d'inverno ne mitiga le temperature. A nord della città sono presenti anche due osservatori meteorologici, dove vengono effettuate previsioni a breve e medio termine per l'intera parte settentrionale della Sardegna; viene inoltre rilevata ora per ora la situazione meteo ed inviata ai principali organi d'informazione nazionali e regionali (Teletext, Radio, TV, altri centri meteo). Dal punto di vista legislativo il comune di Alghero ricade nella fascia climatica C in quanto i gradi giorno della città sono 1001, dunque limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 10 ore giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo.
Storia
Epoca antica. Il territorio di Alghero inizia la sua storia durante il neolitico. La Grotta Verde, grotta sommersa sul promontorio di Capo Caccia, è stata oggetto di frequentazione a partire dal neolitico antico (VI-V millennio a.C.): le ceramiche rinvenute appartengono alla facies locale detta di "Filestru-Grotta Verde", con vasi globulari o piriformi con fondo convesso e con decorazione impressa, in parte del tipo cardiale. Altri frammenti ceramici appartengono alla cultura di Bonu Ighinu, del neolitico medio (V-IV millennio a.C.).Per la fase del neolitico recente (3500 a.C.-2700 a.C.) sono presenti tombe sotterranee come le domus de janas in gruppi o in necropoli, tra cui la necropoli di Anghelu Ruju, appartenenti alla cultura di Ozieri. I numerosi ritrovamenti (vasi, statuette di dea madre, armi, vaghi di collana ed altro ancora) permettono di ascrivere la necropoli al Neolitico finale (cultura di Ozieri 3200-2800 a.C.) e attestano il suo utilizzo fino nell'età del Rame e del Bronzo (culture di Abealzu-Filigosa, di Monte Claro, del Vaso campaniforme e in seguito alla cultura di Bonnanaro del'età del bronzo antica (1800-1600 a.C.), a cui appartiene la sepoltura di monte San Giuliano. Nell'età nuragica il territorio algherese è intensamente popolato con 90 nuraghi individuati (densità di 0,40 per km²), circa un terzo dei quali ormai scomparsi. La maggior parte sono a singola torre e tutti sono costruiti in pietra locale, come calcare, arenaria e trachite. Sono inoltre presenti diversi villaggi, per la maggior parte collegati ai nuraghi, dove sono state rinvenute ceramiche protocorinzie e fenicie, a testimonianza dei rapporti commerciali intrattenuti con le altre regioni mediterranee. Per le sepolture sono invece scarse le tombe dei giganti, solo cinque forse a seguito del riutilizzo delle più antiche Domus de Janas. A questa fase appartengono le necropoli ipogeiche di Santu Pedru e la prosecuzione di quella di Anghelu Ruju, e i villaggi nuragici di Palmavera e di Sant'Imbenia. La presenza fenicia è scarsa, legata alla necropoli punico-romana di Santa Imbenia, come in tutto il nord della Sardegna e in età romana la vita continua senza apparente soluzione di continuità. Alcune ville rustiche sono testimoniate in prossimità dei nuraghi, come la villa romana di Santa Imbenia. Ex-voto di epoca romana e vasche in opera cementizia attestano la continuazione del culto presso un pozzo sacro nuragico in località "La Purissima". Il ponte romano di Fertilia sul canale che unisce lo stagno di Calich al mare, in origine a 24 arcate, collegava il Ninpheus Portus con la stazione romana di Carbia e venne ristrutturato in epoca medievale. Nel 2007, alle pendici di monte Carru, collina adiacente alla località "La Purissima", è venuta alla luce una necropoli con oltre 400 tombe databili tra il periodo repubblicano ed imperiale. La nascita dell'odierna città di Alghero, viene tradizionalmente fatta risalire ai primi del XII secolo, quando alla nobile famiglia genovese dei Doria venne concesso di fondarne il primo nucleo storico nella costa sguarnita della curatoria di Nulauro nel Giudicato di Torres. È incerto se fosse presente qualche insediamento precedente, magari legato alle vicende delle incursioni saracene. Secondo alcuni studiosi, tra cui l'archeologo medievista dell'Università di Sassari Marco Milanese, la fondazione della città da parte dei Doria sarebbe tuttavia da postdatare di circa 150 anni, intorno alla metà del XIII secolo.
Epoca medievale e moderna
Epoca medievale e modernaLa posizione strategica e la presenza di una ricca falda acquifera, testimoniata dai pozzi ancora presenti in alcune case, permise la crescita della città e ne accrebbe l'importanza strategica. Per circa un secolo restò nell'orbita della repubblica marinara; nel 1283 i pisani riuscirono a conquistarla e la tennero fino al 1284, quando all'indomani della sconfitta pisana della Meloria, i Doria rientrarono ad Alghero. Cessata la terribile epidemia di peste nera che colpì anche la Sardegna nel 1347, nel 1350 alcuni discendenti dei Doria vendettero i propri diritti a Pietro IV d'Aragona, che stava realizzando territorialmente il neonato Regno di Sardegna, mentre i restanti discendenti cedettero i propri diritti alla Repubblica di Genova nel 1353: questo portò inevitabilmente a uno scontro fra le due fazioni, catalano-aragonesi da un lato, genovesi, in seguito alleati con gli arborensi, dall'altro. Il 27 agosto del 1353 i catalano-aragonesi ebbero la meglio nella battaglia navale nella baia di Porto Conte, tanto che il 30 agosto il comandante Bernardo de Cabrera poté entrare trionfalmente ad Alghero. Questa vittoria fu tuttavia effimera perché già il 15 ottobre dello stesso anno i Doria la riconquistarono. Il 22 giugno del 1354 vi fu uno sbarco in forze condotto da Pietro il Cerimonioso che pose sotto assedio la città. L'assedio non diede i risultati sperati tuttavia il 16 novembre, a margine delle dure condizioni di pace imposte da Mariano IV d'Arborea, che era sceso in guerra al fianco dei Doria, Pietro IV riottenne con la diplomazia il controllo della città, che quindi vide senza ulteriori scontri la sostituzione della popolazione sardo-ligure originaria, deportata nella penisola iberica e nelle Baleari come schiavi, con nuovi coloni catalani allettati dai privilegi concessi loro dalla Corona d'Aragona; ciò fece nascere in questi un forte sentimento di coesione etnica e, allo stesso tempo, di alterità nei confronti dei sardi autoctoni che, a partire dal XVI secolo in poi, sarebbero entrati a far parte della città. A questa data risale la nascita dall'odierna identità culturale di Alghero e del dialetto cittadino, varietà del catalano orientale ancora parlato. Nel 1355 la città ottenne lo stemma comunale. In quello stesso anno, a causa di un periodo di crisi economica ed alimentare la città fu interessata da traffici commerciali che la rifornivano: tra i mercanti coinvolti in questa attività anche il noto scrittore Giovanni Boccaccio. Nel 1372 respinse una sollevazione che portò ad espellere gli ultimi abitanti ribelli. Alghero, come Cagliari, non fu mai espugnata dalle armate giudicali nel corso dei numerosi decenni di guerra. Nella notte fra il 5 e il 6 maggio 1412 l'ultimo giudice di Arborea Guglielmo III di Narbona tentò di conquistare la città con un manipolo di uomini, ma venne respinto. Nel 1492, come negli altri territori appartenenti alle corone iberiche, per via del Decreto di Alhambra venne espulsa, con gravi ripercussioni economiche, la locale comunità ebraica di cui sono ancora visibili alcuni resti archeologici. Il 28 agosto 1501 le venne conferito il titolo di Città Regia. Nel 1541, l'imperatore Carlo V venne in visita accompagnato dall'ammiraglio Andrea Doria, constatando le qualità che la resero così appetibile nel passato, e coniando forse la famosa espressione "Sed todos caballeros". Nel 1652 Alghero fu colpita nuovamente dalla peste, portata nella città da una nave catalana. Alcuni algheresi emigrarono verso altre zone dell'isola sperando di salvarsi, ma ottennero l'effetto di diffondere in tutto il territorio la pestilenza, che colpì duramente la Sardegna per ben quattro anni. Nel 1720 il Regno di Sardegna passò alla Casa Savoia, senza che questo avesse apportato mutamenti alla tradizione culturale e linguistica di Alghero. Durante la seconda guerra mondiale Alghero e dintorni vennero bombardati. Molti algheresi, dopo aver perduto la propria abitazione durante i bombardamenti, vennero alloggiati nel collegio dei Gesuiti retrostante la chiesa di San Michele, allora abbandonato, che venne pesantemente modificato per ricavarne abitazioni.
Monumenti e luoghi d'interesse
Numerosi i siti archeologici extra urbani: la necropoli di Anghelu Ruju (dove è possibile visitare le domus de janas) la collina di Santu Pedru, la villa di epoca romana (Santa Imbenia), il sito della Purissima (dove si crede sorgesse la città scomparsa di Carbia) e i complessi nuragici del nuraghe Palmavera e di Santa Imbenia, oltre a vari nuraghi diversamente conservati sparsi su tutto il territorio, più una tomba nobile, la Tomba Aragonese. Architetture religiose Nel centro storico trovano inoltre collocazione importanti chiese dal punto di vista architettonico: cattedrale di Santa Maria, XVI secolo; chiesa di Nostra Signora del Carmelo, XVII secolo; chiesa di Santa Barbara, XVI secolo: la più vecchia chiesa della città, diventata parrocchia ortodossa; chiesa di San Francesco con il suo chiostro, XIV secolo; chiesa di San Michele e cupola policroma in maiolica, XVI secolo; ex-chiesa di Nostra Signora del Rosario, diventata sede di un museo; chiesa di Nostra Signora della Misericordia; ex-chiesa di Sant'Antonio Abate, diventata abitazione privata; chiesa di Sant'Anna intra mœnia (Sant'Ana de dins in algherese), non visitabile. Nella campagna circostante esistono altri luoghi di culto, come il famoso santuario di Nostra Signora di Valverde (Nostra Segnora de Baluvirde in sardo, Nostra Senyora de Vallverd in algherese) del XVII secolo, a circa 7 km dal centro e meta di pellegrinaggi, la chiesa di Sant'Agostino vecchia (XIV secolo), quella di Sant'Anna (Sant'Ana de fores in algherese) risalente al XV secolo e Sant'Agostino nuova (XVI secolo). Una curiosa leggenda avvolge la Madonna di Valverde: pare che fosse stata ritrovata una Madonna da alcuni pescatori, che la portarono nel duomo, ma che il giorno dopo scomparve; ritrovata nello stesso posto si decise di costruire un santuario dedicato a lei, e da allora la Madonna di Valverde rimane nel santuario, dove vengono deposti numerosi ex-voto. Architetture civili Palazzo Machín Numerosi i palazzi storici: di epoca gotica: Palazzo de Ferrera, poi Palazzo del marchese d'Albis, nella piazza civica Palazzo del Pou Salit (del pozzo salato) Palazzo Peretti Palazzo Guillot Palazzo Carcassona Palazzo Arbosich Palazzo Machin di gusto barocco sabaudo Palazzo Serra del periodo neoclassico Palazzo Lavagna Palazzo Civico Palazzo Balata Palazzo Simon Teatro Civico Si segnalano anche Palazzo Bolasco, Palazzo Serra, l'ex seminario, la Scuola Elementare del Sacro Cuore, il Palazzo Chiappe, il Mercato Civico, le ville in Stile Liberty che sorgono sul lungomare Dante e Villa Las Tronas, ora Hotel, che sorge su un piccolo istmo davanti al lungomare. Le rovine dell'abitazione di Giuseppe Manno (nome del primo storico algherese) sono state invece da pochi anni demolite. Un cenno va fatto all'Ospedale vecchio, sito nel centro storico cittadino, area per anni tenuta in stato di abbandono e rovina che, dopo un restauro iniziato nella seconda metà del 2006, è ora divenuta sede del Dipartimento di Architettura, Design e urbanistica di Alghero dell'Università di Sassari. Architetture militari Il primo sistema di fortificazioni della città risale al XIII secolo ed è quello dell'impianto urbano genovese. Dal 1354 la città viene occupata dai catalani, i quali restaurarono e ampliarono il sistema difensivo, trovato, sempre nel 1354 in pessime condizioni. Della cortina muraria genovese-catalana, rimane solo qualche tratto: la maggior parte delle fortificazioni visibili, infatti, risalgono al XVI secolo e furono realizzate per espressa volontà di Ferdinando il Cattolico il quale, reputando le strutture difensive in condizioni di degrado tali da non garantire più la protezione della città, ne ordinò la ricostruzione. Lungo le mura si contano 7 torri e 3 forti.
Ambiente e territorio
Alghero conta un panorama naturale molto vario, dalle spiagge con sabbia fine alle scogliere con sassi piatti o molto frastagliati: è apprezzabile soprattutto la vista dal mare, in quanto si riesce a cogliere la varietà della sua costa mista alla vegetazione, la tipica macchia mediterranea e alla pineta che spesso fa da contorno; molto apprezzato per il suo panorama è il promontorio di Capo Caccia, con la sua ormai conosciuta falesia a forma di gigante addormentato che è divenuta una dei simboli di Alghero, insieme al pregiato corallo rosso. La zona di Capo Caccia con la prospiciente Isola Piana e del golfo di Porto Conte è sito di primario interesse naturalistico, in cui è stata costituita l'Area naturale marina protetta Capo Caccia - Isola Piana. La particolare conformazione geologica (origine carsica) rende la zona ricchissima di grotte ed anfratti, ancora in buona parte inesplorati. Insistono proprio qui le famose Grotte di Nettuno, accessibili sia dal mare sia da terra (tramite la famosa Escala del Cabirol, di 656 gradini), e che offre al suo interno un panorama di sale e piscine, come la piscina del gigante, e stalattiti e stalagmiti di forme particolari, come l'organo. Sul versante orientale di Capo Caccia si aprono a strapiombo sul mare la Grotta dei Ricami e la Grotta Verde, raggiungibili solo via mare; nella prima numerose concrezioni davano origine a dei ricami di calcare, ora però è completamente devastata e le concrezioni sono sparse dappertutto, mentre nella seconda si possono ancora notare i resti di alcuni graffiti risalenti al Paleolitico, ormai quasi perduti a causa di atti vandalici e passati tentativi di "strappo". Un'altra area protetta in cui è possibile fare del trekking è l'Arca di Noè, situata poco distante dalla frazione di Tramariglio: qui nidificano ancora sul ciglio delle scogliere il grifone, e altri uccelli protetti, come il falco pellegrino, il gheppio, il cormorano (che predilige la prospiciente Isola di Foradada) e il gabbiano corso, ma è possibile vedere anche esemplari di pernice, daino, cavallino della giara e di cinghiale, oltre a numerose specie vegetali protette, come la Centaurea horrida. L'area è molto vasta e comprende Monte Timidone, Punta Cristallo, dove è possibile e di ammirare il volo dei grifoni e la splendida Cala d'Inferno, dove il mare riparato e cristallino permette di fare dello snorkeling. Altri punti consigliati per lo snorkeling sono la Cala Dragunara, Punta Giglio, le due grotte dell'Isola di Foradada e Porto Conte, il più grande porto naturale del mediterraneo, dove la Nacchera (Pinna nobilis), protetta da anni contro la pesca abusiva, è finalmente visibile con molteplici esemplari. Numerose anche le possibilità per gli amanti delle immersioni con svariati km di falesie calcaree a picco sul mare e le innumerevoli grotte carsiche, ambienti tra i più spettacolari del Mediterraneo che offrono una grandissima varietà di fauna e flora marine. Sono visibili già a pochi metri di profondità notevoli colonie di corallo rosso, simbolo della città di Alghero, tutti i tipi di crostacei tra i quali spiccano l'aragosta, enormi astici e cicale, e poi murene, enormi gronghi, finalmente da un po' di tempo, molteplici esemplari di cernia bruna animano di nuovo i fondali del luogo. Il sito più famoso è la Grotta di Nereo, considerata la più grande grotta marina d'Europa, con profondità che vanno dai -30 a -6 m circa, ma non meno conosciute sono la Grotta di Falco e quella di Punta Giglio, rinominata dei "Cervi" per l'incredibile scoperta effettuata nel '95 dal Busdraghi, un famoso subacqueo del posto, di un giacimento fossile di Cervi del tipo Megacero Cazioti Algarensis risalenti a circa 100.000 anni, ormai estinti, la grotta dei Fantasmi, anche questa scoperta dallo stesso che ha così nominato per la particolare conformazione delle rocce, e poi ancora le Grotte del Sommergibile, della Madonnina e del Portico di Punta Salinetto. Per le immersioni in grotta è necessario disporre di autorizzazione della AMP e comunque per maggiore sicurezza si consiglia comunque di affidarsi ai centri di immersione qualificati distribuiti nel territorio. Nei pressi della frazione di Fertilia, si trova poi lo stagno d'acqua salmastra del Calich (in catalano Càlic), con le rovine del ponte romano, dove un tempo facevano la loro comparsa i fenicotteri rosa durante il periodo delle migrazioni; per chi ama addentarsi all'interno un punto di riferimento è il Lago di Baratz (unico lago di acqua dolce naturale della Sardegna) con la pineta circostante, lago in cui durante la ritirata l'esercito tedesco immerse armi e munizioni.
Coste e spiagge
La costa algherese, delimitata a sud da Capo Marrargiu e a nord da Porto Ferro, si estende per oltre 80 km, assumendo diversi nomi. Partendo dal limite inferiore, troviamo: Spiaggia di Poglina o della Speranza Burantí Vasche di Xu Pepino Canal de l'Home Mort Calabona Coda di Balena El Tro Las Tronas Scogli Piatti Conte Sant'Elia San Giovanni Lido Rafel Mariposa Maria Pia Conchiglia Hermeu Palafitta Villa Segni Fertilia Punta Negra Spiaggia delle Bombarde Il Lazzaretto Capo Galera Maristella Punta Giglio Il Faro Pineta Mugoni Baia di Porto Conte o delle Ninfe Tramariglio Dragunara Capo Caccia Bantine Sale Torre del Porticciolo
Eventi
La Setmana Santa è la più importante manifestazione religiosa di Alghero: è la celebrazione della Pasqua di origini spagnole, e vede la partecipazione della quasi totalità della popolazione. Si porta in processione una statua del Cristo e si segue un calendario preciso per tutti i giorni: il martedì c'è la «processione dei misteri dolorosi», il giovedì la celebrazione della Via Crucis, il venerdì il rito del discendimento del Cristo dalla croce e la sua deposizione nella culla, il sabato giorno di veglia e la domenica di Pasqua la resurrezione; la processione è molto suggestiva in quanto si sfila tenendo in mano candele con la tipica lanterna di carta intorno. Altre manifestazioni importanti sono la processione della Nostra Signora di Valverde, la messa a mare per il Santo Cristo della Costiera del Corallo, e le commemorazioni legate ai santi Francesco, Anna, Cecilia e Barbara. La prima settimana di agosto si svolgono poi i festeggiamenti in onore di Nostra Signora della Mercede (titolare dell'omonima chiesa), con una suggestiva processione a mare alla quale partecipano migliaia di fedeli. La fiera di San Giovanni, con i suoi stand gastronomici e commerciali, oltre che segnalare il solstizio d'estate, segna l'inizio di un evento artistico denominato Los Pintores de La Muralla. Sui bastioni Magellano, angolo suggestivo della città sarda, i numerosi pittori dell'Associazione Culturale No Profit AlguerArte, armati di pennelli e colori, realizzano le loro opere davanti agli occhi ammirati e curiosi di numerosi turisti e cittadini locali, fino ad Ottobre. A luglio si svolge il Grand Prix Corallo Città di Alghero, serata spettacolo con la premiazione di sportivi, giornalisti, fiction con tema sportivo e film, organizzata in collaborazione con Rai, Sky e le televisioni catalane TV3 e IB3. Ogni anno si svolge inoltre il premio nazionale La degustatrice di olio di oliva nell'ambito della manifestazione L'oro di Alghero, concorso al quale possono partecipare non solo degustatrici professioniste ma anche semplici estimatrici. Il comprensorio di Alghero è infatti rinomato per la coltivazione della qualità Bosana e la produzione di un eccellente olio extravergine di oliva.
Eno-gastronomia
La cucina algherese si basa soprattutto sul pesce e i crostacei, in particolare sulla famosa aragosta algherese conosciuta e apprezzata in tutto il mondo; alcuni piatti tipici sono l'aragosta all'algherese, la coppazza e gli spaghetti ai ricci di mare e gli spaghetti alla bottarga, le monzette sotto sale cotte al forno e la paella algherese, che si accompagnano poi ai piatti e ai prodotti tipici della cucina sarda del nord; tra i dolci alcuni dei più tipici sono la crema bruciata e il biancomangiare, meglio noto col nome catalano, menjar blanc. Tra le verdure ricordiamo il pomodoro corallino, il pomodoro camona e i cardi. Il vino di questa zona, l'Alghero DOC, viene per la maggior parte prodotto dalla tenuta Sella & Mosca, di cui è possibile visitare le cantine e che ha un ecomuseo del vino al suo interno; un pregiato vino sardo prodotto esclusivamente in questa zona è l'Anghelu Ruju, in quanto le vigne sono attorno al sito archeologico. Importante anche la produzione di olio d'oliva, che proviene dagli oliveti del territorio algherese.
Artigianato
L'artigianato algherese è legato soprattutto alla creazione di gioielli in corallo rosso, per cui la riviera è famosa, ma anche per la cesteria (la tradizione è legata soprattutto alla pesca e alle nasse, fatte di giunco e polloni di olivastro, utilizzate fino agli anni settanta per la pesca all'aragosta, regina della tavola algherese) e alla tipica produzione di artigianato sardo. « ...Vedo nel porto schierate con ordine militare molte barche peschereccie e dinanzi ad esse quei trabocchetti di rete che chiaman nasse. Nel lontano orizzonte vedo una vela: è una barca corallina che coi suoi uomini di ferro fra stenti inauditi, strappa ai profondi scogli del mare, quel polipo porporino che andrà poi a posarsi invidiato sul collo delle belle signore d'Italia e sulle spalle delle odalische d'Oriente [...] La pesca del corallo risale ad Alghero a prima del 1372, anno in cui re Don Pietro d'Aragona esentò tutti gli abitanti dal pagamento dell'imposta alla quale erano invece assoggettati i provenzali, i catalani e gli altri stranieri che pescavano il corallo nei mari di Alghero... » (Paolo Mantegazza, Profili e paesaggi della Sardegna, Milano, 1869.)