Itinerari Artistici
Il cagliaritano, il marghine, l'iglesiente
Cagliari è il capoluogo della Regione ed allo stesso tempo la più importante città dell'Isola. Ha origini molto antiche, fu fondata infatti dai Fenici ma su precedenti siti nuragici. Furono i Romani a lasciare molte testimonianze archeologiche, tra le quali il teatro, che poteva ospitare fino a 10.000 persone. Numerosi stagni costieri circondano la città. Queste zone umide sono molto importanti per la riproduzione di uccelli acquatici come i fenicotteri rosa. Nel Sarrabus, le spiagge della Costa Rei si estendono ai piedi delle colline di Capo Ferrato, lunghissime e dalla sabbia molto bianca, sono di particolare bellezza e considerate tra le più belle in assoluto. La parte a sudovest della Sardegna è la regione del Sulcis e comprende anche le isole di San Pietro e di Sant'Antioco. È una terra molto antica e di grande interesse storico e paesaggistico. Le falesie di calcare di capo Teulada si sono originate 500 milioni di anni fa e sono considerate fra le rocce più antiche d'Europa. Nei pressi di Carbonia c'e la fortezza di Monte Sirai, testimonianza della colonizzazione punica della regione che interessò anche le isole sottostanti, dove sorgeva Sulci (VIII secolo a.C.) e dove nella zona archeologica, uno dei luoghi più interessanti è la necropoli con una miriade di Tophet. L'Iglesiente è stato un importante distretto minerario e le vecchie miniere abbandonate sono un esempio di architettura mineraria e di archeologia industriale. Un luogo suggestivo è il deserto di Piscinas dove dune di sabbia dorata penetrano per tre chilometri nell'entroterra formando un deserto in miniatura. Le dune sono attive e spostate dal vento si muovono verso l'interno. Ai limiti del deserto crescono ginepri contorti e la macchia mediterranea è abitata da numerosissimi animali tra cui il cervo sardo. Tharros fu fondata dai Fenici, ma su precedenti villaggi nuragici; fu abitata per 1900 anni prima di essere abbandonata. Le rovine del porto sono imponenti, ma solo una piccola parte della sua reale estensione è stata scavata. Nella penisola del Sinis si trovano spiagge sabbiose come quelle di Is Arutas e Mari Ermi. Oristano ebbe il periodo di maggior splendore tra l'anno 1100 e 1400, durante il periodo del giudicato di Arborea. Dell'antica cinta muraria rimangono la torre di San Cristoforo e l'opposta Portixedda. Nel centro storico, con al centro la piazza Eleonora d'Arborea, si può visitare la cattedrale e le chiese di San Francesco e di Santa Chiara. Appena fuori Oristano si trova lo stagno di Cabras e la laguna di Mistras dove sostano a migliaia i cormorani e i fenicotteri, ma anche anatre, folaghe, aironi bianchi, polli sultani, cavalieri d'Italia.
L'arte nei secoli
Il Neolitico fu il periodo in cui si rilevano le prime manifestazioni artistiche. Numerosi ritrovamenti delle tipiche statuine della Dea Madre e di ceramiche incise con disegni geometrici testimoniano le espressioni artistiche della preistoria sarda. Successivamente la Cultura nuragica produrrà le innumerevoli statuine in bronzo e l'enigmatica statuaria in pietra dei Giganti di Mont'e Prama. Il connubio tra le popolazioni nuragiche e i mercanti provenienti da ogni parte del Mediterraneo portò ad una raffinata produzione di gioielli in oro, anelli, orecchini e monili di ogni genere, ma anche ceramiche, stele votive e decorazioni parietali. I Romani oltre all'architettura legata alle opere pubbliche, introdussero i mosaici e ornarono con sculture e pitture le ricche ville dei patrizi.[126] Nel Medioevo, durante il periodo giudicale, le architetture delle chiese romaniche furono arricchite di capitelli, di sarcofagi, di affreschi, di altari in marmo e impreziosite successivamente da retabli, dipinti da importanti pittori come il Maestro di Castelsardo, Pietro Cavaro, Andrea Lusso, e la scuola del cosiddetto Maestro di Ozieri a cui facevano capo Giovanni del Giglio e Pietro Giovanni Calvano di origine senese. Nel XIX secolo, per poi proseguire nel Novecento, si affermano nell'immaginario collettivo degli isolani i miti della genuinità del popolo sardo, di un'isola incontaminata e fuori dal tempo. Raccontata dai tanti viaggiatori che visitarono la Sardegna in quel periodo, tali miti verranno celebrati prevalentemente da artisti sardi quali Giuseppe Biasi, Francesco Ciusa, Filippo Figari, Mario Delitala e Stanis Dessy. Nelle loro opere racconteranno i valori autoctoni del mondo agro pastorale, non ancora omologati alla modernità che premeva dall'esterno. Altri artisti importanti della seconda metà del Novecento sardo sono Costantino Nivola, Maria Lai, Albino Manca e Pinuccio Sciola.