Dorgali
Geografia fisica
Dorgali è un comune italiano di 8.529 abitanti della provincia di Nuoro. Con la sua superficie di 226,54 km² è l'ottavo comune della Sardegna, in ordine di estensione. Dorgali è situato nella zona centro-orientale della Sardegna possiede un territorio di forma grosso modo rettangolare presentando un allungamento che si spinge all'interno verso Orune, per un'estensione di quasi 225 km2 comprendenti anche la grossa frazione di Cala Gonone. Il territorio comunale confina: a sud con i comuni di Baunei, Urzulei e Orgosolo, a ovest con Oliena, Nuoro, e Orune a nord con Galtellì, Lula e Orosei, mentre a est si affaccia sul Mar Tirreno. Un territorio tanto vasto quanto vario e morfologicamente complesso che si muove dalle coste basse e sabbiose o a falesia della baia di Cala Gonone, nel settore centrale del golfo di Orosei, agli altopiani, fino alle montagne del Supramonte, nell'entroterra, arrivando a toccare i 1086 m con Monte Oddeu. Il territorio è attraversato da numerosi torrenti e fiumi dei quali i più importanti sono il Rio Flumineddu, che scorre nella fertile valle di Oddoene, il Rio Isalle che scorre nell'altrettanto produttiva valle omonima e il Fiume Cedrino che grazie alla diga di Preda'e Othoni forma il grande lago artificiale di Iriai a pochi chilometri da Dorgali. Il centro urbano si stende nelle colline alle falde dei monti calcarei di Bardia (881 m s.l.m.) e Tului (911 m s.l.m) alla congiunzione dei quali una galleria assicura il collegamento con il paese di Cala Gonone a 8 chilometri dal capoluogo comunale, quattrocento metri più a valle. Le bellezze naturalistiche sparse per il territorio e anche il clima temperato e tipicamente mediterraneo hanno reso Dorgali e Cala Gonone una famosa meta turistica internazionale.
Preistoria e storia antica
Il territorio oggi interessato dall'amministrazione dorgalese era già densamente popolato in periodo nuragico, punico e romano. Durante il periodo nuragico fu interessato dalla costruzione di innumerevoli nuraghi, come avvenne nella maggior parte del territorio della Sardegna. In seguito alla conquista dell'isola da parte dell'Impero Romano si svilupparono gli insediamenti romani di Thurcali e Cares la cui presenza è testimoniata dal ritrovamento del congedo bronzeo di Tunila (esposto nel Museo Nazionale di Cagliari) e la targa bronzea, del IV secolo d.C., della locale caserma dei vigili romani nel centro di Cares.
Storia medievale
In seguito alla caduta dell'Impero romano d'occidente subentrò la giurisdizione bizantina che, tra alterne vicende legate agli attacchi costieri dei pirati barbareschi mussulmani, finì nel IX secolo. Durante il seguente periodo giudicale si instaurarono nel territorio, inviati dal papato, diversi ordini monastici, dei quali i primi ad arrivare furono i vittorini provenzali e, in seguito, i cistercensi, ai quali fu concessa la Franca di Jurifai, collocata tra i quattro giudicati (Torres, Cagliari, Gallura, Arborea) e parzialmente posta nell'agro di Dorgali, che faceva parte del Giudicato di Gallura. La fine del Giudicato vide un breve periodo di dominazione sotto la Repubblica di Pisa, seguito dalla conquista dell'isola da parte degli aragonesi nel 1324 e proseguito con la dominazione castigliana dalla fine del secolo XIV, che si concluse nel 1713, quando la Sardegna, con il Trattato di Utrecht, fu ceduta prima all'Austria e poi, nel 1718, al Ducato di Savoia. La maggior parte dei villaggi esistenti in quell'epoca nell'agro dorgalese scompaiono nella seconda metà del XIV secolo. L'ultimo paese a scomparire in ordine cronologico in agro dorgalese fu Torpee de S'Iscra de Garteddi scomparso nel 1610, dopo Isalle, che si estinse nel 1567.
Storia moderna e contemporanea
Nel decennio che va dagli anni 1678 al 1688 Dorgali subì quella che può essere considerata la catastrofe più significativa della sua storia, l'epidemia di peste e la conseguente carestia che fecero ridurre la sua popolazione, allora di circa tremila abitanti, a meno della metà[15]. Nel corso del '700 si ebbe una lenta ma costante ripresa, venne costruita la nuova chiesa di Santa Caterina e con lo sviluppo dei commerci, legato alle attività agricole e pastorali, si arrivò ai primi dell'800 a superare nuovamente la soglia dei tremila abitanti. Con l'inizio del nuovo secolo iniziarono anche i veri e propri cambiamenti politici e sociali per Dorgali. Nel 1824 venne aperta la prima scuola comunale, prima infatti l'educazione veniva assicurata soltanto dal clero con una piccola scuola dei gesuiti e dalla parrocchia. Nel 1860 venne inaugurata la prima galleria e la strada per Cala Gonone, iniziarono così i rapporti commerciali anche con bastimenti stranieri. Con l'apertura dell'Orientale Sarda e con la costruzione del nuovo ponte sul Cedrino nel 1866 Dorgali sviluppò un florido commercio arricchendosi sempre di più, raggiungendo i quattromila abitanti, ponendo fine a quell'isolamento che lo aveva caratterizzato per diversi secoli. L'importanza sia economica che politica del centro si vide anche nel 1842 quando nella definizione dei confini dei territori comunali fece valere la sua forza creando quello che attualmente è l'ottavo comune della Sardegna per estensione. Nel 1915 Dorgali, così come tutta l'Italia, venne investito dai tragici avvenimenti della prima guerra mondiale e 140 dei suoi cittadini persero la vita nei campi di battaglia. Dopo la fine della guerra con la costruzione della prima centrale elettrica sul Cedrino (1924) Dorgali poteva disporre dell'energia e della luce elettrica, venne aperto il nuovo traforo nel monte Bardia e costruita la nuova strada per Cala Gonone che già iniziava a diventare una località balneare molto apprezzata, inoltre venne costruito anche il nuovo caseggiato scolastico. Lo scoppio della seconda guerra mondiale fece vivere a Dorgali anni di estrema miseria e fame, 59 furono i caduti in questa guerra e in quelle precedenti di Abissinia e Spagna. La ripresa si ebbe solo a partire dagli anni '50 con lo sviluppo di quello che è diventato il motore trainante dell'economia della cittadina e cioè il turismo, che con le sue attività collaterali di artigianato ed edilizia ha messo le basi per l'attuale sviluppo economico e sociale di Dorgali e Cala Gonone.
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiese nel centro urbano Cattedrale di Santa Caterina d'Alessandria si trova nel quartiere di Sa Serra e fu nominata parrocchia negli ultimi anni del XVI secolo, seguendo a San Cornelio Cipriano. Nei pressi della chiesa, in periodo medioevale, era situato un cimitero. Chiesa di Sant'Antonio Abate nel quartiere di Sa Serra. Chiesa delle Grazie, nel XIII secolo era la chiesa parrocchiale del quartiere di Sa Serra-Sa Porta, ubicata di fronte alla chiesa, oggi scomparsa, dedicata a san Cornelio e Cipriano. Nel Medioevo la chiesa consisteva di una cappella più piccola sul lato est. Fu poi ampliata in periodo aragonese su un edificio preesistente. Sui muri a sud ed a nord si nota l'antica posizione delle porte e delle scale degli edifici medioevali, oggi murate. Nel periodo giudicale era dedicata a Santa Maria del Castro e si trovava ad ovest della parte fortificata essendo conformata a torre (chiesa torraia). Era la chiesa della guardia giudicale. L'impostazione architettonica è riferibile ai templari. La dedicazione a Maria della cappella della fortezza è un retaggio bizantino confermato dalla tradizione templare. La presenza di quest'ordine religioso poteva essere legato al traffico dell'argento delle miniere di Lula. La tradizione orafa dorgalese è nata con gli argentieri in periodo medioevale. Chiesa di San Lucifero Vescovo e Santa Maria Maddalena (in essa sono presenti i simulacri dei santi gesuiti: sant'Ignazio di Loyola e san Francesco Saverio e la Madonna dei Miracoli). Del XII secolo, ampliata nel 1646 e appartenente al quartiere di Sa Chejedda. Su due pilastri è rappresentato un croat moneta catalana del XIV secolo circolante in Sardegna. In via Eleonora è presente la struttura (casa Mariani) di un antico monastero di monache ("sa domo de sas monzas"). Chiesa di San Lussorio del quartiere di Gonare. Chiesa d'Itria e Monastero annesso del quartiere di Gorito, Nuestra Senora de Orito in periodo spagnolo (che sovrasta quella che oggi è l'odierna campagna di Sena). Chiesa dell'Angelo (Raffaele del quale c'è il simulacro con il piccolo discepolo Tobiolo o Tobia, ma anche Michele e Gabriele e l'Angelo della Guardia o Custode) e della Madonna di Bonaria e della Madonna del Natale (Nuestra Senora del Buen Ayre, spagnola, della quale c'è il simulacro e Notre Dame du Noel, francese) del quartiere di Gonare e i resti del monastero annesso retrostante. La festa viene chiamata dell'Angelo ed è quella degli angeli Raffaele, Michele e Gabriele il 29 di settembre. I locali chiamano semplificando la chiesa Madonna di Gonare o chiesa dell'Angelo ("cresia de S'Anzelu"). Notre Dame du Noel è francese di tradizione vittorina ed in genere gli angeli nelle chiese vittorine attorniavano il simulacro di san Vittore. Non si può escludere che la chiesa in tempi antichi avesse al suo interno anche il simulacro di San Vittore. La vicina Via Bardia fino al 1800 era Via Badia perché raggiungeva l'antico monastero di Gonare collocato nell'isolato a monte di questa chiesa. Santa Lucia e monastero benedettino delle monache di clausura annesso, attualmente esistente in piazza Santa Lucia nel quartiere di Gonare. Nel monastero benedettino della chiesa di Santa Lucia sono ancora custoditi gli antichi simulacri di santa Cecilia e di san Lamberto (santu Lumbertu) di Liegi.
Architetture civili
Antica Casa dei Gesuiti Vico Carlo Alberto, XVII secolo. Monastero francescano in Via Mannu e Via Pace, XVII secolo. Casa degli Orfani dell'Ospedale di Sant'Antonio in Piazza di Sant'Antonio (edificio antico di fronte alla Chiesa di San'Antonio). Palazzo del Balivo (il capo locale dell'ordine ospedaliero antonita), XIII secolo. I ruderi sono ancora presenti a Sa Serra in Via Cagliari che ricomprendono anche un breve tratto delle mura in Via Roma al quale sono addossati, un sottopassaggio è presente da Via Cagliari per la Chiesa di Sant'Antonio. Casa di Effisio Demetrio Mele (allora Melis) Rettore di Mogoro dal 1698 al 1721 (Casa Lai-Biddiddu in Via Eleonora Sec. XVII). Lazzareto o Lebrosario, "Su Leporosariu" o "S'Ispidale de sos Leporosos", extra muros, oggi è la superficie ricompresa dall'area di sedime e dalle strutture di Casa Mereu in Via Galileo, Casa Macciotta in Via Vittorio Emmanuele e Casa di Tziu Juann'Anghelu Lovicu in Via Sa Lepora, Via La Lebbra, (quest'ultima struttura era a tre piani ed è stata recentemente demolita). A Casa Mereu durante dei lavori di rifacimento effettuati nel 1843 dall'omonimo notaio fu trovato il sigillo di Padre Tibaldo (XIII secolo) descritto da Alberto Lamarmora assiduo frequentatore del paese. Il rio poi tombato in Via Galileo si chiamava Riu Sa Lepora.
Siti archeologici
La tomba dei giganti di S'Ena e Thomes. Nel territorio dorgalese e nelle sue vicinanze sono presenti numerosi siti archeologici visitabili: Il villaggio di Tiscali di epoca nuragica-romana. Il villaggio nuragico di Serra Orrios. Il villaggio nuragico punico romano e bizantino di Nuraghe Mannu. Vari nuraghi isolati. I menhir. I dolmen di basalto e calcare (fra i quali il Dolmen di Monte Longu) Le domus de janas. La tomba dei giganti di S'Ena e Thomes. Le cavità carsiche del Supramonte Marino, quali le grotte del Bue Marino, con interessanti petroglifi. La grotta di Ispinigoli con la stalagmite-stalattite più alta d'Europa.
Turismo
Il turismo si concentra prevalentemente nel periodo estivo, a Cala Gonone; a Dorgali sono presenti percorsi di trekking e di mountain bike. Da ricordare inoltre la possibilità di praticare il free climbing in località suggestive, come alcune falesie sul mare. La crescita del comparto turistico legato agli sport attivi ha sviluppato iniziative di grande ricaduta economica e d'immagine sul territorio come la recente realizzazione del Parco avventura Atta Park con annessa scuola d'arrampica in artificiale e relativa torre d'istruzione. Le caratteristiche geologiche ed orografiche del territorio del Supramonte marino di Dorgali e Baunei, sono particolarmente adatte alla pratica degli sport arrampicatori. Sono visitabili le grotte del Bue Marino sulla costa di Gonone e le grotte di Ispinigoli nelle campagne di Dorgali. Di eccezionale interesse è l'attrezzata grotta archeologica, detta Rutta Niedda, con la presenza al suo interno di resti osteologici umani e ceramiche frammentate risalenti a varie epoche e nuragico in particolare. Sono visitabili i villaggi nuragici di Tiscali, Serra Orrios e Nuraghe Mannu. Sono da visitare: il Museo Civico (in Via Lamarmora), il Museo etno-naturalistico " Parco Museo S'Abba Frisca" in località Littu-Zorza, qui vicino era presente il centro romano di Cares, l'esposizione del Centro di Educazione Ambientale a Gonone (Viale Bue Marino), il Museo Salvatore Fancello presso la casa comunale. È caratteristica la vallata agraria di Filine Oddoene, unica nel suo contesto naturalistico, che si attraversa per raggiungere la gola di Gorroppu ed il canyon di Surtana. Quest'ultimo costituisce l'accesso al Supramonte di Dorgali, Orgosolo e Oliena. Da visitare il panoramico Lago di Iriai raggiungibile dalla località Iriai, Strada Provinciale 38, qui è presente il selvaggio ed isolato parco lacuale di Iriai e Gurennoro dove sono presenti le Chiese di San Pantaleo Dottore e della Madonna degli Angeli, "Sos Anzelos", che possono essere raggiunte solo in barca, il giorno della festa dei santi (rispettivamente il 27 luglio e il 7 agosto) le barche sono condotte da volontari per il trasbordo dei fedeli. Qui è presente l'isoletta di "Sos Anzelos" o degli Angeli. Il Lago di Irai è diventato una meta ambita per i canoisti. Di particolare bellezza e valore naturalistico è la valle di Lanaitto, nel territorio di Oliena, raggiungibile attraverso visite guidate anche da Dorgali.