Oristano
Territorio e clima
Oristano è un comune italiano di 31 694 abitanti capoluogo della provincia omonima, situato nella Sardegna centro-occidentale. Si trova nella parte settentrionale della pianura del Campidano, nella regione detta Campidano di Oristano. Capoluogo di provincia dal 16 luglio 1974, ha una storia antica, in particolare legata al Giudicato di Arborea ed alla figura di Eleonora d'Arborea. Oristano si trova presso la costa centro-occidentale della Sardegna, di fronte all'omonimo golfo presso la foce del Tirso. Il golfo, di forma approssimativamente ovale, è chiuso da capo Frasca a sud e capo San Marco a nord. Oristano rimane quindi abbastanza esposta ai venti occidentali. Il vento dominante è il maestrale, che spira da NW e raggiunge per alcuni giorni l'anno intensità di tempesta, con raffiche superiori ai 100 km/h su Capo Frasca. Questi eventi arrivano relativamente smorzati a Oristano (intorno agli 80 km/h) grazie alla moderata schermatura dei due capi, la cui altitudine massima è sugli 80 metri. I maggiori rilievi nella zona sono il Montiferru a N (1015 m. s.l.m.) e il monte Arci a Est (815 m. s.l.m.), troppo lontani per fornire adeguato riparo dalla tramontana e dal levante. La città rimane dunque esposta a tutti i quadranti, in particolare allo scirocco che spirando da sud est può attraversare liberamente l'intera piana del Campidano da Cagliari a Oristano. Della pianura del Campidano Oristano occupa appunto il lembo NW, che risulta essere il più fertile grazie ai sedimenti fini trasportati dal fiume Tirso, sulla cui riva sinistra poggia Oristano a 5 metri sul livello del mare. Il Tirso è il fiume più lungo della Sardegna, l'attraversa in direzione SW lungo l'ampia valle del Goceano per sfociare nel Golfo di Oristano, a circa 4 km in linea d'aria dalla città. Il clima, temperato delle medie latitudini, presenta la stagione estiva asciutta e calda e inverno fresco e piovoso (clima mediterraneo). Le stagioni intermedie hanno temperature miti e gradevoli. Oristano è caratterizzata da alti tassi d'umidità, che la rendono una città parecchio umida, soprattutto d'estate. Nonostante ciò è frequentemente ventilata grazie anche alla presenza delle brezze marine che mitigano la calura in estate. La stagione piovosa si concentra tra ottobre e marzo, mentre la piovosità media è di 580 mm/anno. A volte le dense nebbie comuni nella media valle del Tirso riescono a penetrare nella pianura, arrivando alla città. Non sono rare le brinate invernali, soprattutto nei quartieri periferici della città dove, in gelide notti invernali, la colonnina del mercurio riesce a spingersi qualche grado sotto lo zero.
Il giudicato arborense
La giudicale Aristianis, sorta presso l'antica città fenicia di Othoca, l'attuale Santa Giusta, divenne un centro importante nel 1070, quando l'arcivescovo arborense Theoto vi trasferì la sede vescovile, abbandonando l'ormai decaduta Tharros, e il Giudice Orzocco I la eresse a capitale del Giudicato di Arborea. Prima di allora è ragionevole pensare che vi fosse un borgo abitato da contadini e allevatori cresciuto all'ombra delle più importanti città vicine. Questo trasferimento probabilmente fu dovuto alle incursioni saracene che in quegli anni imperversavano sul litorale occidentale sardo, e alle quali la città di Tharros era soggetta. La nuova città era invece protetta dalle eventuali incursioni nemiche da barriere naturali quali gli stagni di Santa Giusta e la biforcazione del fiume Tirso, che prima di arrivare ad Oristano si divideva in due rami, di cui uno passava a nord e l'altro a sud della città. Il medioevo oristanese fu caratterizzato da numerose guerre tra il giudicato arborense e gli altri regni sardi. Nel 1198 il giudicato venne invaso dal Giudice di Cagliari Guglielmo I Salusio IV che dilagò sulla capitale spargendo distruzione. La città fu presto ristrutturata dai successivi giudici arborensi del XIII e XIV secolo che migliorarono l'antiche fortificazioni, erette dal Giudice Barisone, attraverso la costruzione di circa ventotto torri e l'innalzamento delle mura cittadine fino ai dieci-quindici metri. Oristano all'epoca contava circa 10.000 abitanti e comprendendo i sobborghi di San Lazzaro, Nono, Maddalena e Vasai raggiungeva un'estensione di circa 27 ettari. La forma della città a fuso era tipica della città-fortificata medioevale italiana. La reggia giudicale si trovava nell'attuale piazza Manno, in passato denominata "Sa Majorìa". Nel 1324 il Giudicato di Arborea si alleò coi catalano-aragonesi, dopo che questi ultimi sbarcarono sull'isola con l'intento di conquistare i possedimenti pisani per la creazione del Regno di Sardegna, per poi passare a contrastare lungamente gli stessi. La lunga e sanguinosa guerra culminò nel tentativo di egemonia sull'intera isola operato dal giudice Mariano IV (1347-75) e dai suoi figli Ugone III (1376-83) ed Eleonora (1383-1404), reggente dei figli; il conflitto devastò l'intera Sardegna, oltre che i due schieramenti, anche a causa delle epidemie di peste. Il Giudicato di Arborea fu il più longevo dei giudicati sardi, e cessò di esistere nel 1420, quando l'ultimo sovrano di Arborea, Guglielmo III di Narbona, cedette quel che rimaneva dell'antico regno alla Corona aragonese per 100.000 fiorini d'oro. Acquisito quindi dagli aragonesi, fu nel 1420 trasformato in marchesato a favore di Leonardo Cubello, discendente da Ugone II di Arborea. Leonardo Alagon, ultimo marchese di Oristano, tentò di rivendicare i propri territori dal Viceré, ma nel 1478 a Macomer il suo esercito subì una pesantissima sconfitta e il marchesato fu annesso definitivamente all'Aragona. Il titolo di marchese di Oristano venne assunto a partire da tale data dai re d'Aragona e ancora oggi appartiene ai re di Spagna, attualmente Filippo VI di Spagna. Da quel momento Oristano, elevata al rango di città regia il 15 agosto 1479, seguì la comune storia della Sardegna iberica. Il 21 febbraio 1637, durante la guerra dei Trent'anni, una flotta francese di quarantasette vascelli, al comando di Enrico di Lorena, conte di Harcourt, sbarcò nei pressi di Oristano e saccheggiò la città per circa una settimana. Non volendo poi affrontare le milizie del Regno di Sardegna che arrivavano in soccorso della città assalita, i francesi si ritirarono precipitosamente, abbandonando anche gli stendardi che oggi sono custoditi nella cattedrale. Dal 1720 Oristano, come il resto dell'isola, passò alla dinastia Savoia. Nell'aprile del 1921 Davide Cova, Emilio Lussu, Camillo Bellieni e altri reduci sardi della prima guerra mondiale fondarono in città il Partito Sardo d'Azione. Staccandosi col suo circondario dalla Provincia di Cagliari, divenne infine capoluogo della neonata Provincia di Oristano il 16 luglio 1974.
Architetture religiose
Cattedrale di Santa Maria Assunta (1130). Distrutta in un assedio, è stata ricostruita sotto il regno di Mariano II. Della struttura originale rimangono solo basi dell'abside e del campanile e la cappella del Rimedio, che ospita alcune sculture medievali. Nel 1733 la Cattedrale gotica del XIII secolo fu abbattuta per far posto ad una barocca. Alla ricostruzione del XVII secolo appartiene la Cappella dell'Archivietto. Al suo interno sono custodite le reliquie di Sant'Archelao. Seminario Tridentino, edificato nel 1712. Antica Canonica della Cattedrale. Chiesa di San Francesco, in stile neoclassico, l'attuale chiesa è opera dell'ingegnere cagliaritano Cima nel 1835 Chiesa e monastero di Santa Chiara, il complesso venne edificato nel 1343 ad opera del Giudice Pietro III di Arborea su una preesistente chiesa dedicata a San Vincenzo. È un edificio in stile Franco-Gotico con una singola navata e un'abside quadrata. È uno dei pochi resti dell'arte medievale a Oristano. Chiesa e chiostro del Carmine. Opera dell'architetto Viana, fu costruita su commissione del Marchese d'Arcais in uno stile Barocco-Rococò. Si tratta di uno dei migliori esempi di Barocco e Rococò oristanesi. Chiesa del Santo Spirito, la chiesa è citata in alcuni documenti del XVI, ma solo un'indagine archeologica potrebbe rivelare con esattezza le origini più antiche di questo edificio, che secondo alcune ipotesi rimanderebbe all'età bizantina. San Sebastiano, conosciuta anche come San Sebastiano fuori le mura, era l'unica chiesa medievale, con San Martino, che si trovava fuori dal circuito murario della città, era frequentata soprattutto da pellegrini e contadini. Basilica del Rimedio, si trova nella frazione di Donigala Fenughedu, è meta di pellegrinaggio durante i giorni di N.S. del Rimedio l'8 settembre. Chiesa e monastero delle Cappuccine, l'intero complesso religioso della chiesa e del convento delle monache cappuccine venne edificato nel 1739 ad opera del facoltoso cittadino oristanese Pietro Ibba. Chiesa della Beata Vergine Immacolata e convento dei cappuccini, la chiesa e l'annesso convento furono eretti nel 1608 ad opera della munificenza del nobile oristanese Domenico Paderi. Il complesso subito edificato fuori dalla cinta muraria, sulla strada che porta verso la chiesa e il convento di San Martino, sin dalle origini ospita i padri cappuccini. Chiesa di San Martino, citata nel testamento di Ugone II del 1335, fu edificata presumibilmente nel XIII sec. e mostra scolpiti in un capitello, gli stemmi con i pali d'Aragona affiancati all'albero eradicato d'Arborea. Chiesa e Convento di San Domenico, vennero edificate nel 1634 ad opera del nobile oristanese don Baldassare Paderi. L'intero complesso ospitò i frati domenicani fino al 1832. Oratorio della Purissima, antica cappella oratorio della Confraternita dell'Immacolata Concezione detta della Purissima, documentata già dal XVII secolo. Chiesa di San Sebastiano, edificata sul finire del XVI e gli inizi del XVII secolo, è considerata la più antica chiesa parrocchiale dei borghi della città. Chiesa e ospedale di Sant'Antonio Abate (Hospitalis Sancti Antoni), citato nel testamento di Ugone II d'Arbore del 1335 è situato all'interno della città murata, era adibito all'assistenza dei malati. La chiesa di Sant'Antonio annessa all'ospedale, di origine gotica, presenta un campanile a vela a due luci e risulta con l'orientamento della facciata ad ovest. Chiesa di San Mauro Abate San Giovanni dei fiori, inizialmente chiamata San Giovanni di fuori, era una delle chiesette campestre della città medievale Sant'Efisio. Chiesa barocca risalente al XVIII secolo, si trova nel quartiere di Su Brugu Santa Lucia. Chiesa attualmente in stile neoclassico, si trova nel centro storico poco distante dalla chiesa di santa Chiara. Chiesa di San Saturnino, riedificata nel 1901, risulta sovrapposta un antichissimo edificio chiesastico intitolato al martire cagliaritano San Saturno. Offre al suo interno un altare maggiore realizzato in pregevole marmo toscano. Cimitero di San Pietro, l'edificazione risale al 1835 ad opera di Mons. Giovanni Bua, Arcivescovo Arborense. Chiesa di Santa Petronilla, l'edificio di origine medievale, nel corso dei secoli ha subito numerosi interventi. Di origine romanica documentata già nel 1341, si presenta con un impianto mononavato. Al suo interno si conservano gli antichi simulacri lignei della santa titolare della chiesa, si trova nella frazione di Donigala Fenugheddu. Chiesa di Santa Maria Maddalena, la prima menzione di trova nel testamento di Ugone II del 1335 e la sua edificazione in uno stile che vede ancora motivi legati al romanico ma con inserimenti gotici è databile agli inizi del XIV sec., si trova nella frazione di Sili. Chiesa di San Nicola, Oratorio delle Anime, si trova adiacente alla chiesa parrocchiale del XV sec. dedicata a Santa Maria Assunta. Il suo impianto risalirebbe all'epoca altomediovale, mentre gli interventi successivi sono di epoca romanica, probabilmente della prima metà del XIII secolo, si trova nella frazione di Massama. Chiese moderne San Paolo Apostolo. Ubicata nei quartieri di Toràngius e Axi Anadis è stata costruita negli anni novanta, è stata mantenuta dai frati francescani di San Francesco fino al 2013. San Giuseppe lavoratore. Si trova nella nuova zona di Sa Rodia. Sacro Cuore. Ubicata nella zona che prende il suo nome e che prima era chiamata "Corea", è una chiesa in cemento armato risalente agli anni sessanta-settanta. San Giovanni Evangelista. Si trova nel quartiere San Nicola. È la chiesa più recente.
Architetture civili
Palazzo degli Scolopi - piazza Eleonora - sede del Comune Palazzo Giudicale (ex carcere), le prime fonti che ne testimoniano l'esistenza si trovano nelle cronache dell'arrivo in Oristano dell'Arcivescovo di Pisa, Federico Visconti nel 1263. Notizia confermata nel testamento del Giudice Ugone II nel 1335, che lo localizza su un lato della piazza Maioria, l'odierna piazza Manno. Cinta Muraria, il circuito murario della città di Oristano, si snodava per un percorso di 2 km lungo le attuali via Mazzini, via G. M. Anjoy, via Solferino, via Cagliari, via Diego Contini e piazza Roma, rafforzato da torrioni difensivi merlati in corrispondenza delle porte e da 28 torrette quadrilatere. Palazzo d'Arcais - corso Umberto (via Dritta) - sede della Provincia Casa di Eleonora, lungo la via Parpaglia. Seminario Arcivescovile - via Duomo Teatro San Martino Teatro Garau Palazzo Falchi - corso Umberto (via Dritta) Palazzo Carta - piazza Eleonora Casa de La Ciudad - piazza di Città (piazza Eleonora) Palazzi Bastogi (palazzi SAIA), chiaro esempio di architettura razionalista ad Oristano - via Cagliari. Palazzo So.Ti.Co., è tutt'oggi al centro di numerose polemiche per via del suo contrasto urbanistico con la prospiciente Torre di San Cristoforo - piazza Roma. Palazzo Tolu - Via Vittorio Emanuele II Gran Torre, presso la borgata di Torre Grande. Portale di Vito Siotto, si trova nella frazione di Donigala Fenugheddu. Su Ponti Mannu, ingresso Oristano Nord. Torre di Mariano II o Torre di San Cristoforo o Port'a Ponti. Eretta nel 1290, era una delle due principali porte d'ingresso dell'antica cinta muraria, si trova nell'attuale piazza Roma. La gemella Torre di San Filippo o Port'a Mari, che era ubicata nell'attuale Piazza Manno, è stata abbattuta nel 1907, quando in grave stato di abbandono e fatiscenza fu giudicato "di nessun valore artistico o culturale" da parte del Ministero della pubblica istruzione. Torrione di Portixedda
La Sartiglia
La manifestazione più importante è la Sartiglia: giostra equestre di origine forse medievale, lascito della dominazione catalana, che si tiene l'ultima domenica e l'ultimo martedì di carnevale. È organizzata dai due gremi più antichi di Oristano: il gremio dei contadini, che corre la domenica e il gremio dei falegnami che corre il martedì. Il capo-corsa è "Su Componidori", lo accompagna il secondo "Su Secundu", il terzo "Su Terzu Cumpoi" e un certo numero di cavalieri. Partecipano alla sartiglia 40 pariglie, scelte tramite selezioni, per un totale di 120 cavalieri. La particolarità di "Su Componidori" è che dal momento in cui gli viene apposta sul viso la tradizionale maschera non potrà assolutamente più toccare terra fino al termine della manifestazione, che si concluderà circa 6/7 ore dopo; tradizione vuole che una sua eventuale caduta da cavallo porti a un'annata di carestia e sciagure in genere. Ciascun cavaliere prende la rincorsa lungo la via Duomo "seu de Santa Maria" e tenta di raggiungere con la spada una stella appesa ad un nastro, posto a circa metà del percorso. Tradizione vuole che maggiore sia il numero delle stelle conquistato, migliore sarebbe l'auspicio della fortuna, la fertilità dei campi nel nuovo anno. Dopo la Sartiglia si corre la "Pariglia", lungo "s'arruga de Santu Sebastianu" l'attuale via Mazzini. I cavalieri, in questo caso corrono a tre per volta, combinandosi in varie figure, con temerarie acrobazie, in piedi sulle groppe degli animali e in vari altri modi, formando triadi, si esibiscono in evoluzioni sui cavalli in corsa.