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Il Cagliari Calcio
Il Cagliari Calcio è una società calcistica italiana con sede nella città di Cagliari, in Sardegna. Fu fondato nel 1920 ed è la più importante squadra dell'isola, l'unica ad aver militato in Serie A, di cui tuttora fa parte. Ha vinto, prima squadra del Mezzogiorno, il campionato italiano di Serie A nel 1969-70 dopo aver raggiunto la seconda posizione nel 1968-69. Ha vinto il campionato italiano di Serie B nel 2015-16. Ha raggiunto il 2º posto nelle finali con "torneo all'italiana" della Coppa Italia 1968-69, e ha vinto la Coppa Italia Serie C nel 1988-89. In campo europeo ha raggiunto gli ottavi di finale di Coppa Campioni nel 1970-71[1] ed è stato semifinalista della Coppa UEFA 1993-94. Il Cagliari è al 14º posto su 66 squadre nella classifica perpetua della Serie A. Il giocatore simbolo del club, Gigi Riva, è il miglior marcatore della Nazionale italiana di calcio con 35 reti in 42 partite ed è stato per tre volte capocannoniere della Serie A. La formazione sarda è inoltre, assieme a Bologna, Genoa, Napoli e Verona, tra le sole ad aver vinto i campionati italiani di primo, secondo e terzo livello. La prima partita riportata dalle cronache viene disputata nel 1902 tra un gruppo di studenti cagliaritani e una squadra di marinai genovesi, disputatasi in Piazza d'Armi, allagata a causa di un acquazzone: vincono i liguri perché più forti e più abili.[1] Quasi otto anni una compagine isolana, la Società Ginnastica Amsicora, si reca a Torino per giocare un torneo contro le esperte squadre del continente, riuscendo a rimediare solo pesanti sconfitte, tuttavia quella esperienza getta le basi per la creazione di un club calcistico cagliaritano. Il 30 maggio 1920 il chirurgo Gaetano Fichera fonda il "Cagliari Football Club": la prima gara della storia del sodalizio cagliaritano è datata 8 settembre del 1920, quando sul campo dello stadio Stallaggio Meloni i cagliaritani (i cui colori ufficiali erano nerazzurri) affrontano la Torres. La partita termina col punteggio di 5-2 per il Cagliari con una tripletta di Alberto Figari. Il neonato club successivamente prende parte al "Torneo Sardegna": le avversarie sono la Torres, l'Ilva Maddalena e l'Eleonora d'Arborea. Il Cagliari, sotto la guida dell'allenatore-giocatore Giorgio Mereu, si impone vittoriosamente sulle altre compagini. Mereu, di professione avvocato, diventa successivamente il nuovo presidente del Cagliari succedendo a Fichera. Nel 1926 il Cagliari indossa per la prima volta la divisa con i colori rosso e blu.] Nella seconda metà degli anni 1920, dopo una lunga crisi finanziaria, la società viene riorganizzata dall'allora podestà della città Vittorio Tredici e dall'avvocato Carlo Costa Marras: viene deciso di acquistare calciatori non isolani, provenienti dal resto d'Italia. Nel 1927 la guida della squadra viene affidata all'allenatore ungherese Robert Winkler, il quale si disimpegna anche come portiere o centrocampista. Il primo torneo ufficiale a cui il Cagliari si iscrive è la Divisione Meridionale, nel girone laziale-umbro. La squadra raggiunge le finali, ma perde contro Lecce, Palermo e Foggia. Dopo il 5º posto del 1930, arriva dall'Ungheria l'allenatore Ernest Erbstein, e con lui in panchina il Cagliari vince il girone F di Prima Divisione e può così accedere per la prima volta al campionato di Serie B. A causa, però, della mancanza di risorse finanziarie, la società è obbligata a cedere i suoi pezzi migliori, tra cui proprio Erbstein. L'anno successivo è eletto presidente Aldo Pacca, ma arriva il fallimento societario: nel 1935, nonostante il nono posto ottenuto sul campo, il Cagliari si scioglie, travolto dai debiti. Dalle sue ceneri nasce l'"Unione Sportiva Cagliari", che raccoglie l'eredità sportiva della vecchia società, ripartendo dal campionato sardo di Seconda Divisione. Nel 1937 il club si iscrive al campionato di Serie C, sfiorando per poco la retrocessione. Nel 1938, l'allora presidente Mario Benditelli richiama alla guida della squadra Winkler, portando i rossoblù al quinto posto. Nel 1939, dopo il secondo addio di Winkler, la squadra si piazza al sesto posto grazie al centrocampista Mariolino Congiu, che svolge il ruolo di giocatore-allenatore, prima che la seconda guerra mondiale fermi i campionati di calcio. L'attività prosegue con tornei a carattere regionale, nel frattempo Banditelli abbandona la società. I rossoblù ripresero a giocare nel 1945 in Prima Divisione Regionale, mentre nel 1947 la squadra partecipa alla Serie B terminando il campionato all'ultimo posto. La squadra si iscrive alla Serie C e venduta a Domenico Loi che avvia un progetto di rinascita. Nel 1952 grazie ai gol di Livio Gennari, Roberto Serone e Erminio Bercarich il Cagliari riesce ad ottenere la promozione in Serie B; in quello stesso anno i sardi abbandonano il vecchio campo di via Pola ritenuto inadeguato e si trasfericono nel nuovo stadio Amsicora. Nel primo anno in Serie B la squadra si qualifica sesta, non rendendo pienamente giustizia alle proprie possibilità. L'anno successivo i rossoblù, finendo secondi in campionato, disputano gli spareggi per la promozione in A perdendo per 2-0 contro la Pro Patria. La metà degli anni 1950 sono caratterizzati da una girandola di presidenti e allenatori, tra questi spicca Silvio Piola. In quel periodo il Cagliari si piazza spesso a ridosso della zona promozione. Nel 1960 il Cagliari retrocede in Serie C, l'anno successivo la squadra sotto la guida dell'allenatore Rigotti sfiora con il secondo posto la riconquista della Serie B. Ma con l'arrivo di Arturo Silvestri il Cagliari ottiene la promozione in Serie B, classificandosi primo davanti all'Anconitana. Nella prima stagione tra i cadetti, i sardi terminano il campionato all'undicesimo posto, mentre l'anno successivo la società sarda aggiunge alcuni importanti tasselli tra i quali Gigi Riva. Grazie ad una squadra così rafforzata il Cagliari riesce a conquistare per la prima volta la promozione in Serie A, classificandosi secondo, dietro il Varese. Nel 1964-65 il Cagliari disputa il suo primo campionato di Serie A rimontando nel girone di ritorno e arrivando alla fine sesto in classifica con 34 punti Nel 1965-66, l'ultima dell'allenatore Silvestri, il Cagliari finisce undicesimo mentre nel campionato seguente i rossoblù, sotto la guida di Manlio Scopigno, finirono sesti a quota 40 punti. I costi della Serie A diventano sempre più insostenibili per la squadra e così, necessitato a dover far quadrare i bilanci, il presidente Enrico Rocca, mette in vendita Riva tuttavia la contrarietà della tifoseria porta Rocca a trasformare il Cagliari in una Spa. Le imprese Sir di Porto Torres, Cartiera di Arbatax, Tessili Beretta di Villacidro, Petrolchimica Macchiareddu di Assemini e Saras di Moratti si impegnano a versare un contributo annuale per la gestione economica della società. Nel 1967-68, con Ettore Puricelli la squadra si piazza nona, ma è con il ritorno di Scopigno che il Cagliari nella stagione 1968-69 lotta per lo Scudetto insieme a Fiorentina e Milan] piazzandosi al secondo posto proprio dietro la squadra viola guidata da Bruno Pesaola. Nel 1969-70 il Cagliari, sotto la guida di Scopigno, vince il suo primo e tuttora unico titolo nazionale. I sardi balzano al primo posto nella sesta giornata di campionato grazie alla vittoria sui campioni d'Italia a Firenze per 1-0, rimanendo in testa fino alla fine del torneo benché incalzati dalla Juventus. Il 12 aprile 1970, il Cagliari batte il Bari per 2-0 all'Amsicora, mentre la Juventus è sconfitta in casa della Lazio, acquisendo la certezza matematica del tricolore con due giornate di anticipo. Nella Coppa delle Fiere, il cammino del Cagliari è meno fortunato, infatti i rossoblù vengono eliminati nei sedicesimi di finale dai tedesco-orientali del Carl Zeiss Jena. Il campionato 1970-71 inizia nello stesso modo del precedente. Il Cagliari grazie alle vittorie all'Olimpico sulla Lazio per 4-2 e a San Siro sull'Inter per 3-1 dopo quattro giornate è già in testa alla classifica, ma l'infortunio riportato da Gigi Riva durante Austria-Italia 1-2 del 31 ottobre 1970 condiziona negativamente la stagione dei campioni d'Italia. I rossoblù terminano il torneo al 7º posto e anche l'avventura in Coppa dei Campioni è compromessa dall'assenza di "Rombo di Tuono": il club sardo viene eliminato agli ottavi di finale dall'Atletico Madrid nella gara di ritorno al Vicente Calderón dove perse per 3-0 dopo che all'andata, con Riva in campo, si impose per 2-1 (di Riva e Gori le reti per i sardi). Nel 1971-72 il Cagliari, trascinato dalle 21 reti di Riva, chiude il campionato al quarto posto, a quattro lunghezze dalla Juventus campione d'Italia; il piazzamento consente l'accesso alla Coppa UEFA 1972-73, dalla quale i rossoblù vengono eliminati al primo turno dall'Olympiakos. A fine stagione Scopigno non venne confermato e al suo posto fu chiamato Edmondo Fabbri, ex commissario tecnico della Nazionale ai mondiali di Inghilterra del 1966 dove Riva fu portato da "turista". La squadra non riesce più a ripetere le prestazioni degli anni precedenti, rimanendo lontana dalla zona scudetto, e terminando il campionato all'ottavo posto. Negli anni successivi, sulla panchina del Cagliari si alternano con esiti non sempre positivi molti allenatori, fra i quali Beppe Chiappella, Luigi Radice e Luis Suárez. L'irreversibile decadenza dei sardi culmina con la retrocessione in Serie B nel 1976. Nel 1976-77, sotto la guida di Toneatto, il Cagliari si piazza al secondo posto dietro il Vicenza di Paolo Rossi a pari merito con Atalanta e Pescara ma perde gli spareggi promozione disputati a Genova (Atalanta-Cagliari 2-1) e Terni (Pescara-Cagliari 0-0). Fu decisivo per le sorti dei quattromori un episodio che accadde durante un Cagliari-Lecce del marzo 1977 allorquando il calciatore salentino Cannito venne colpito al volto da un'arancia lanciata dagli spalti, la conseguente sconfitta a tavolino dei sardi impedì' di fatto di raggiungere la promozione diretta in A, infatti la partita poi si concluse con un 1-0 per il Cagliari e quei due punti "sottratti" risultarono decisivi, costringendo la compagine del presidente Mariano Delogu agli spareggi. In quel Cagliari si mise in luce un giovane Pietro Paolo Virdis, appena diciannovenne che mise a segno ben 18 reti. I sardi tornano nel massimo campionato due anni dopo, nel 1979, insieme a Udinese e Pescara. Il Cagliari resta altri quattro anni in A, ottenendo un nono posto nel 1979-80, un sesto posto nel 1980-81 e due tornei coincidenti con la gestione societaria di Alvaro Amarugi, culminati con la sfortunata retrocessione del 1983 dove totalizzò ben 26 punti e si vide superare dall'Ascoli nello scontro diretto dell'ultima giornata, fu la prima volta che nei campionati a 16 squadre non furono sufficienti 26 punti per evitare la Serie B. Dopo un'anonima stagione fra i cadetti, nel 1984 la società è rilevata dall'ambizioso imprenditore edile Fausto Moi, ma i risultati sportivi sono comunque deludenti: nel 1984-85 la compagine sarda, dopo un inizio disastroso, retrocede in Serie C1 (ancora all'ultima giornata, stavolta nella gara spareggio al Sant'Elia, pareggiata per 0-0 col Catania), venendo tuttavia ripescata in luogo del Padova (declassato d'ufficio per illecito sportivo); nel 1985-86 il parco giocatori è profondamente rinnovato allo scopo di tentare il ritorno in Serie A, tuttavia la stagione è ancora deludente, con la squadra che riesce a salvarsi solo all'ultima giornata; nel 1986-87, infine, dopo essere riuscita ad iscriversi in extremis, la società viene penalizzata di 5 punti per il suo coinvolgimento nel calcioscommesse, un pesante gap che la squadra non riesce a colmare, finendo col retrocedere in C1 Il club sardo, appena acquistato dai fratelli Orrù (commercianti di materiale edile), trascorse in Serie C1 due stagioni, la prima delle quali lo vede, ricostruito precipitosamente per via del rischio incombente di fallimento, evitare per un punto la retrocessione in Serie C2 sotto la conduzione del rientrante Mario Tiddia (subentrato a campionato in corso ad Enzo Robotti). Nel 1988-89, con l'arrivo in panchina del tecnico Claudio Ranieri e come general manager di Carmine Longo, la squadra viene ringiovanita, riuscendo a conquistare il ritorno nella serie cadetta classificandosi prima con 45 punti. Nello stesso anno i sardi vincono la Coppa Italia di Serie C, battendo nella doppia finale la SPAL 3-0 all'andata e 2-1 al ritorno. Nel campionato 1989-90 il Cagliari, ancora imperniato su svariati giovani emergenti, con 47 punti riesce a ripetersi, ottenendo la doppia promozione e approdando di nuovo in Serie A dalla quale era assente da 7 anni (massimo periodo di assenza dei rossoblu dalla Serie A dal loro primo approdo nel 1964). Al ritorno nella massima serie seguono due campionati conclusi con una altrettante salvezze potendo contare tra le sue file di calciatori di grandissimo talento come l'uruguayano Enzo Francescoli (appena qualche anno prima considerato il miglior giocatore sudamericano dell'anno) e il sardo Gianfranco Matteoli oltre che di un giovanissimo e promettentissimo attaccante uruguayano, Daniel Fonseca. Nel 1992-93 il Cagliari, acquistato da Massimo Cellino e allenato da Carlo Mazzone e con Luis Oliveira in attacco si piazza sesto in campionato con 37 punti e riesce a qualificarsi alla Coppa UEFA,] l'anno successivo i sardi arrivano fino alla semifinale della competizione europea affrontando l'Inter, con la quale i rossoblu vincono in casa per 3-2 e perdono nella gara di ritorno a Milano per 3-0, venendo eliminati. In campionato i sardi si piazzano dodicesimi, precedendo di un punto in classifica proprio l'Inter. Nel 1994-95 i rossoblu, sotto la guida di Óscar Tabárez, giungono noni, sfiorando per tre punti una nuova qualificazione alle coppe europee. Nel 1996-97 il Cagliari retrocede di nuovo in B dopo aver perso lo spareggio con il Piacenza (1-3). L'anno successivo, i sardi con Giampiero Ventura allenatore ritornano immediatamente in Serie A ottenendo nel 1998-99 una tranquilla salvezza esprimendo un calcio piacevole e divertente, l'anno successivo al termine del campionato 1999-00 la squadra retrocede ancora una volta in Serie B sotto la guida di Renzo Ulivieri. Il Cagliari trascorre le successive quattro stagioni in B senza riuscire a ottenere la promozione nella massima serie. Nel 2003-04 i rossoblu, vengono promossi in Serie A, sotto la guida tecnica di Giampiero Ventura (esonerato) ed Edoardo Reja. Nel decennio seguente, la società sarda riesce a mantenersi nella prima divisione nazionale. Il 10 giugno 2014, dopo ventidue anni di presidenza, Cellino cede la totalità delle azioni del club alla Fluorsid Group dell'imprenditore milanese Tommaso Giulini, il quale diventa il nuovo proprietario della squadra. Il 17 maggio 2015, dopo la sconfitta casalinga 0-1 contro il Palermo, il Cagliari retrocede matematicamente in Serie B dopo aver disputato undici campionati consecutivi in Serie A. Nella successiva stagione, disputata con l'allenatore Massimo Rastelli, il Cagliari vince il suo primo storico campionato di B e ritorna dopo un solo anno d'assenza in prima serie
L'Amsicora
La Società Ginnastica Amsicora è una associazione polisportiva dilettantistica (A.S.D.) con sede a Cagliari. Fondata nel 1897, è conosciuta soprattutto per le sezioni di Hockey su prato, società più titolata d'Italia a livello maschile e pluriscudettata in quello femminile. La Sezione Hockey su prato maschile della S.G. Amsicora nasce nel 1950. La Serie A1 è un torneo organizzato dalla FIH. La prima edizione si svolse nel 1937 e da allora sono state organizzate 76 edizioni. I vincitori della Serie A1 si fregiano del titolo di campioni d'Italia; il club più titolato è la Amsicora di Cagliari che vanta 22 titoli vinti fino a oggi. La sezione hockey su prato femminile della Società Ginnastica Amsicora milita attualmente nella Serie A1 di Hockey su Prato femminile. Come la sezione maschile anch'essa è una delle società più titolate del panorama italiano. .