Agricoltura
Coltivazioni
L'agricoltura ha avuto un ruolo molto importante nella storia economica dell'isola, soprattutto nella grande piana campidanese, particolarmente adatta alla cerealicoltura. Nel XXI secolo è legata a produzioni specializzate come quelle cerealicola, vinicola, dell'olivicoltura, degli agrumi e del carciofo. Le bonifiche hanno aiutato ad estendere le colture e di introdurre alcune coltivazioni specializzate quali ortaggi e frutta, accanto a quelle storiche dell'ulivo e della vite che sono presenti nelle zone collinari. Nel patrimonio boschivo è presente la quercia da sughero, la quale cresce spontanea favorita dall'aridità del terreno e che viene esportata; la Sardegna produce infatti circa l'80% del sughero italiano.. Nelle zone collinosa vengono coltivate ulivi e viti ,nella pianura del Campidano frumento, orzo ed ortaggi; spicca la produzione di barbabietole da zucchero e di arance. Nel Campidano si coltiva e lo zafferano, prodotto tipico della Sardegna, conosciuto in tutto il mondo.
Di Alessandro Vecchi - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Wikipedia (Sughero TempioPausania)
01/10/2012
Il carciofo spinoso
Il Carciofo spinoso di Sardegna è un prodotto ortofrutticolo che designa l'ecotipo locale «Spinoso Sardo» della specie Cynara scolymus coltivato e condizionato in diversi comuni di tutte le province della regione Sardegna. Nel febbraio 2011, a livello europeo, il Carciofo Spinoso di Sardegna è stato riconosciuto il marchio denominazione di origine protetta. Ha un capolino conico allungato di colore verde, con ampie sfumature violetto-brunastre, con spine di colore giallo nelle brattee e la struttura del gambo è poco fibrosa e tenera. Suo profumo è intenso e floreale e sua consistenza è tenera e croccante. Il gusto è corposo con equilibrata sintesi di amarognolo e dolciastro I carciofi spinosi di Sardegna sono ottimi crudi in pinzimonio o in insalata (eliminando le foglie esterne), ma anche cotti con l'agnello o la bottarga oppure si possono grigliare.
Di Assianir - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Wikipedia (Carciofo Spinoso di Sardegna)
12/03/2013
Lo zafferano
Lo zafferano vero (Crocus sativus) è una pianta della famiglia delle Iridaceae, coltivata in Asia minore e in molti paesi del bacino del Mediterraneo. In Italia le colture più estese si trovano nelle Marche, in Abruzzo e in Sardegna; Dallo stimma trifido si ricava la spezia denominata "zafferano", utilizzata in cucina e in alcuni preparati medicinali. Il fiore dello zafferano è un perigonio formato da 6 petali di colore violetto intenso. La parte maschile è costituita da 3 antere gialle su cui è appoggiato il polline. La parte femminile è formata dall'ovario, stilo e stimmi. Dall'ovario, collocato alla base del bulbo, si origina un lungo stilo di colore giallo che dopo aver percorso tutto il getto raggiunge la base del fiore, qui si divide in 3 lunghi stimmi di colore rosso intenso. La spezia prodotta dal Crocus sativus contiene circa 150 sostanze aromatiche volatili. Inoltre lo zafferano è uno degli alimenti più ricchi di carotenoidi, contiene infatti sostanze come: la Zeaxantina, il Licopene e molti alfa-beta caroteni. Tuttavia è possibile identificare tre composti chiave, ciascuno dei quali è associato ad una caratteristica sensoriale: le crocine (colore), il safranale (aroma) e la picrocrocina (gusto). Un tempo allo zafferano, di cui si utilizzano gli stimmi, venivano attribuite proprietà antispastiche, antidolorifiche e sedative. Oggigiorno, tuttavia, sono stati trovati composti abortivi e l'uso di 20 g al dì di zafferano può anche risultare mortale. Gli stigmi vanno raccolti a mano, con delicatezza, per non rovinarli. Per un chilo di spezia occorrono circa centoventimila fiori. Per questo motivo i pistilli di zafferano costano almeno 12.000 euro al chilo. A seconda delle varietà dei bulbi e dei climi la raccolta dei fiori avviene fra ottobre e novembre. L'uso dello zafferano può provocare anche effetti collaterali quali vertigini, torpore e manifestazioni emorragiche da riduzione del numero delle piastrine (trombocitopenia) e da ipoprotrombinemia (diminuzione della protrombina). Lo zafferano, attualmente, viene utilizzato solamente dall'industria alimentare e in gastronomia come spezia o come colorante, anche se è ricco di carotenoidi che riducono i danni cellulari provocati dai radicali liberi. Uno dei suoi utilizzi più tipici nella cucina italiana è nel risotto alla milanese o "risotto giallo", così noto appunto per la colorazione che lo zafferano dà alla ricetta.
Di Liné1 - Picture taken with my IXUS 800 IS, CC BY-SA 3.0
Wikipedia (Zafferano)
28/10/2007
L'olivo sardo
La Bosana è la cultivar di olivo più diffusa in Sardegna. L'etimologia del nome è incerta, ma potrebbe fare riferimento ad una presunta origine nel territorio di Bosa. Si ritiene comunque che la cultivar sia di origine spagnola. È particolarmente diffusa in tutte le aree a vocazione olivicola del centro e del nord della Sardegna (Sassari, Nurra, Marghine, Planargia) e in misura minore in quelle della Sardegna centro meridionale. È una cultivar di media vigoria, a portamento espanso, con foglie ellittico-lanceolate, piane, ad apice aperto, di medio sviluppo. Le olive sono di pezzatura media (2,5-3 g), forma leggermente ovoidale, abbastanza simmetrica, con il diametro maggiore verso l'apice. L'apice della drupa arrotondato e privo di umbone. La superficie è cosparsa di numerose lenticelle di piccole dimensioni. L'invaiatura procede iniziando dall'apice ed è abbastanza scalare. A maturità la colorazione è nera. È una cultivar medio-tardiva, nel Medio Campidano matura fra novembre e dicembre. Tradizionalmente considerata cultivar a duplice attitudine, in realtà è prevalentemente usata per l'estrazione dell'olio, in grado di dare buone rese. La qualità dell'olio è elevata se le olive sono raccolte precocemente, all'inizio dell'invaiatura. Le drupe di maggiore pezzatura sono spesso destinate alla trasformazione come olive da mensa, sia verdi sia nere. È considerata un pregio la proprietà di non scolorire durante la lavorazione. Da alcuni anni, grazie all'intervento di Luigi Veronelli, si produce l'"olio denocciolato di bosana": le olive sono schiacciate dopo che sono state private del nocciolo, ottenendo un prodotto eccezionale per eleganza e finezza. È ritenuta una cultivar molto produttiva, adatta per l'impianto di oliveti intensivi anche con sesti abbastanza stretti e forme d'allevamento contenute (es. monocono). Ha una tendenza all'alternanza che si può limitare negli oliveti intensivi con le adeguate cure colturali (concimazione, irrigazione, potatura). La cultivar ha una media autofertilità, pertanto si avvantaggia della presenza di impollinatori. Fra le cultivar impollinatrici si prestano la Nera di Gonnos (o Tonda di Cagliari), la Pizz'e carroga, la Nera di Oliena (o Nera di Villacidro o Paschixedda), la Cariasina. Non presenta particolare sensibilità alle principali avversità, fatta eccezione per l'occhio di pavone, soprattutto nei comprensori più umidi della Sardegna centrosettentrionale. Alte anche la resistenza al caldo e alla tignola.
Di Fontanaelia - Opera propria, CC BY-SA 4.0
Wikipedia (Sa Reina - La Regina, l'olivo più antico di Villamassargia)
29/07/2018