Scuola e Istruzione
L'istruzione nei secoli
Il termine scuola deriva dalla parola "schola", derivato a sua volta dal greco antico s???e??? (scholeion), da s???? (scholè), con il quale inizialmente si indicava il "tempo libero" ma che, con il tempo si è evoluto descrivendo dapprima il luogo in cui veniva speso il tempo libero, cioè il luogo in cui si tenevano discussioni filosofiche o scientifiche durante il tempo libero, per poi descrivere il luogo di lettura, fino a delineare il luogo d'istruzione per eccellenza. Nell'alto medioevo ed ancora nel secolo XI l'istruzione in Italia, come anche nel resto d'Europa, fu interamente affidata alla Chiesa. La situazione scolastisca poteva essere sintetizzata in tre tipi di scuole religiose, ovvero le scuole parrocchiali, che fornivano un'alfabetizzazione di base, le scuole vescovili e le scuole cenobiali dell'ordine benedettino. A parte le scuole parrocchiali, che fornivano un'istruzione estremamente limitata a una piccola parte della popolazione, il fine delle scuole religiose era essenzialmente la preparazione del clero, o meglio di una sua parte minoritaria. Il livello medio di istruzione era comunque molto basso anche tra i nobili, tra i quali era diffuso l'analfabetismo. La situazione della scuola inizia a cambiare nel XII secolo e si trasforma profondamente nel corso del secolo successivo con il rapido sviluppo delle scuole laiche a tre diversi livelli, grosso modo corrispondenti alle attuali scuole primaria, secondaria e universitaria. L'insegnamento elementare laico si sviluppa grazie al moltiplicarsi di scuole sia private che comunali. Nel corso del XIII secolo si svilupparono anche due tipi di scuole laiche secondarie rivolte ad alunni già alfabetizzati. Si tratta delle scuole d'abaco, nelle quali si apprendevano le tecniche di calcolo con le cifre arabe e i metodi della matematica mercantile che nacquero in Italia e costituiscono una tradizione della nostra cultura, e delle scuole di grammatica il cui programma d'insegnamento era basato sullo studio della lingua latina e la lettura di autori classici e soprattutto medievali. Un primo limitato intervento dei religiosi nel settore dell'istruzione dei laici risale alla fine del Quattrocento e consistette nell'istituzione delle scuole di dottrina cristiana, il cui scopo principale era l'insegnamento del catechismo ai ragazzi del popolo, poiché insieme al catechismo vi si insegnava anche a leggere e scrivere esse dettero un contributo all'innalzamento dell'alfabetismo. Un'importante novità del Cinquecento fu l'apparire di scuole comunali gratuite e il sorgere di scuole umanistiche, di livello superiore a quelle di grammatica, che si avvalevano spesso di umanisti di grande fama. Nel Seicento importanza ben maggiore nella storia delle istituzioni scolastiche ebbero le scuole istituite, nell'ambito della Riforma Cattolica, dai gesuiti e successivamente da altri ordini religiosi, come i barnabiti e i somaschi, grazie ai quali l'offerta di istruzione si era notevolmente accresciuta e i religiosi avevano riassunto un ruolo predominante nella scuola italiana, che fu incontrastato almeno fino alla seconda metà del Settecento. Nel Settecento iniziò l'istituzione di scuole pubbliche promosse e controllate dallo stato e non dai comuni, come invece era accaduto già dal Medioevo. La più importante riforma scolastica europea del secolo fu quella varata, nel 1774, da Maria Teresa d' Austria che prevedeva tra l'obbligatorietà della scuola elementare per i bambini dai 6 ai 12 anni e l'istituzione di apposite scuole per la preparazione dei maestri.
Di Martin van Meytens - Buchscan, Pubblico dominio
Wikipedia (Maria Teresa d'Austria)
1759
La riforma teresiana
In Italia la riforma teresiana fu parzialmente attuata in Lombardia, nel 1788 a Milano, con la nascita della prima scuola pubblica per la preparazione dei maestri, detta scuola di metodo, mentre nello Stato Pontificio la gestione dell'istruzione rimase integralmente affidata agli istituti religiosi. Ma nella prima metà dell'Ottocento, sotto l'ondata della Restaurazione, anche in Italia le innovazioni scolastiche vennero in parte abbandonate o comunque rallentate. Tuttavia numerosi pedagogisti ed educatori continuarono a lavorare per la crescita di un più moderno sistema scolastico, i cui effetti positivi, se pur limitati, si iniziano a vedere ai primi del Novecento. Scende l'analfabetismo e compare per la prima volta il fenomeno della disoccupazone intellettuale. Il dibattito di quegli anni, destinato sul momento a non avere conseguenze pratiche, è particolarmente vivace sui temi della proposta della istituzione di una scuola media unica. Nel 1969, anche sotto la spinta di una rilevante stagione di movimenti studenteschi, vengono approvate norme che liberalizzano l'accesso agli studi universitari ai quali, fino ad allora, si poteva accedere solo con il diploma di liceo classico. La scuola è un'istituzione sociale responsabile dell'istruzione e della formazione attraverso un programma di studi metodicamente ordinato.Anche se in minor parte, soprattutto nell'istruzione primaria, la scuola è anche preposta all'educazione. Più comunemente, con il termine scuola si fa riferimento all'insieme di istituzioni che forniscono l'istruzione e la formazione ai bambini e ai ragazzi. Le Università che sono tecnicamente anch'esse scuole, sia pure di alto livello, vengono escluse dal termine scuola nell'uso normale. L'istruzione in Italia è regolata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Univeristà e della Ricerca, con modalità diverse secondo la forma giuridica, ovvero scuole pubbliche, scuole private e scuole paritarie, mentre la formazione professionale dipende invece dalle regioni. Nel complesso, almeno stando alla legislazione di riforma in vigore, si passa da un obbligo scolastico, che termina a 16 anni, ad un diritto dovere, o obbligo formativo, che dura fino al diciottesimo anno di età. Il sistema scolastico italiano è strutturato in tre cicli di istruzione, il primo è costituito dall'istruzione primaria, che comprende la scuola primaria, di durata quinquennale, il secondo è rappresentato dall'istruzione secondaria, che comprende la scuola secondaria di primo grado (ex scuola media inferiore) di durata triennale, e la scuola secondaria di secondo grado (ex scuola media superiore) di durata quinquennale, infine il terzo ciclo si identifica nell'istruzione superiore che comprende l'Università, l'Alta Formazzione Artistica, Musicale e Coreutica e la formazione professionale.
La riforma Moratti
La scuola primaria, prima della riforma Moratti scuola elementare, è l'istituzione che rappresenta l'istruzione primaria in Italia. In precedenza era divisa in due cicli, un biennio e un triennio, con un esame finale per il completamento e l'accesso alle scuole di secondo grado. Con la riforma Moratti venne divisa in tre cicli, un anno singolo e due bienni, e l'esame finale venne abolito. L'istruzione secondaria si suddivide in due livelli, ovvero la scuola secondaria di primo grado e la scuola secondaria di secondo grado. La scuola secondaria di primo grado, in precedenza scuola media inferiore, è l'istituzione che rappresenta il primo grado dell'istruzione secondaria. Fino al 2003 l'accesso era consentito tramite la licenza primaria, attualmente abolita. La scuola media inferiore nacque nel 1965 con l'unificazione dei ginnasi, che permettevano l'accesso ai licei, agli istituti tecnici e alle scuole di avviamento professionale. Da quel momento infatti si è parlato di scuola media unificata. La scuola secondaria di secondo grado, in precedenza scuola media superiore, rappresenta il secondo grado del ciclo di istruzione secondaria. Alla scuola secondaria superiore si accede dopo il conseguimento della licenza di scuola media al termine della scuola secondaria di primo grado. La scuola secondaria di secondo grado è divisa in quattro tipologie di istituti ovvero licei, istituti tecnici, istituti professionali e istituti d'arte. L'sitruzione superiore è rappresentata dall'Università. L'Univeristà (dal latino universitas, -atis) è considerata, dall'art. 33 della costituzione, una istituzione di alta cultura di formazione superiore costituita da un gruppo di strutture scientifiche finalizzate alla didattica e alla ricerca. Le università attribuiscono titoli accademici che si conseguono a seguito di corsi ai quali si accede dopo aver terminato gli studi secondari. L'Italia è stata uno dei primi Paesi ad aderire al Processo di Bologna, nella quasi totalità delle università, già dall'anno accademico 1999/2000. Il ciclo degli studi all'università è articolato su tre livelli, ovvero la laurea triennale (3 anni), la laurea magistrale (2 anni) e il Dottorato di ricerca (3 anni) o Scuola di Specializzazione (2-5 anni). Le università poi offrono percorsi di alta formazione e professionalizzazione di primo o secondo livello denominati Master che non si configurano come cicli accademici veri e propri pur adottando il medesimo sistema di crediti. La quasi totalità delle università sono statali e finanziate congiuntamente dallo Stato e, in misura minore, dagli studenti tramite le tasse universitarie. In Italia esistono poi diverse università private prestigiose come Cattolica, Bocconi, Luiss, Iulm e San Raffaele. In Sardegna sono presenti 3 università pubbliche, nello specifico sono l'Univeristà degli studi di Cagliari, a Cagliari e Nuoro, l'Università degli studi di Sassari, a Sassari, Alghero, Nuoro, Olbia, Oristano e Tempio Pausania, e infine L'Univeristà per stranieri di Alghero, ad Alghero.