Architettura
Il primo millennio
Dell'architettura preistorica in Sardegna sono presenti numerose testimonianze come le Domus de janas (tombe ipogeiche), le tombe dei giganti, i circoli megalitici, menhir, dolmen e templi a pozzo; tuttavia, l'elemento che più di ogni altro caratterizza il paesaggio preistorico sardo sono i nuraghi, che si trovano numerosi e in varie tipologie: si stima che vi siano all'incirca 500 villaggi nuragici, in genere fortificati, di cui gli esempi più importanti e significativi sono Su Nuraxi di Barumini, Santu Antine a Torralba e Losa nei pressi di Bonorva. Numerose sono anche le tracce lasciate dai Fenici che introdussero sulle coste nuove forme urbane.
I Romani diedero un assetto organizzativo all'intera isola con la realizzazione di una rete stradale, la strutturazione di diverse città e la realizzazione di numerose infrastrutture di cui sono rimasti i resti, come il Palazzo di Re Barbaro a Porto Torres o l'anfiteatro romano di Cagliari. Anche dell'epoca protocristiana e bizantina rimangono diverse testimonianze in tutto il territorio sia sulle coste che all'interno, come le basiliche di San Saturnino di Cagliari, Sant'Antioco nell'isola omonima e San Giovanni di Sinis nei pressi di Cabras, risalenti al VI secolo; altrettanto interessanti sono alcuni ipogei, come quello di San Salvatore di Sinis a Cabras, la chiesa rupestre di Sant'Andrea Priu a Bonorva e alcune chiese di origine bizantina come Nostra Signora di Mesumundu nei pressi di Siligo.
Una particolare attenzione merita il periodo giudicale durante il quale, grazie alla sicurezza del Mediterraneo garantita dalle flotte delle Repubbliche Marinare, a seguito del prosperare delle attività commerciali, si sviluppò il romanico. Il primo edificio romanico dell'isola fu la Basilica di San Simplicio di Olbia (recenti studi hanno datato la sua prima fase ad un periodo anteriore al 1050), quasi coeva rispetto alla basilica di San Gavino a Porto Torres nel Giudicato di Torres. La costruzione voluta dal giudice Gonnario Comita de Lacon-Gunale ebbe inizio prima del 1038 e nell'occasione furono impiegate maestranze provenienti da Pisa; la basilica fu completata durante il regno del figlio Torchitorio Barisone I de Lacon-Gunale intorno al 1065. I sovrani dei regni giudicali, dal 1063 in poi, attraverso cospicue donazioni, favorirono l'arrivo nell'isola di monaci di diversi ordini da varie regioni della penisola italiana e della Francia; queste circostanze portarono in breve tempo ad operare nell'isola maestranze di diversa provenienza: pisani, lombardi e provenzali, ma anche di cultura araba, provenienti dalla penisola iberica, dando luogo al manifestarsi di espressioni artistiche inedite, caratterizzate dalla fusione di queste esperienze. Dopo la metà del XII secolo, l'architettura romanica sarda è stata contrassegnata sempre più dallo stretto legame con Pisa, tendente a farsi più esclusivo a causa della maggiore ingerenza dei mercanti pisani nell'economia sarda e nelle politiche interne dei sovrani giudicali. La basilica di Saccargia a Codrongianos è forse la più nota espressione del romanico-pisano in Sardegna.
Di Gianni Careddu - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Wikipedia (Basilica di San Simplicio)
01/04/2013
Il gotico catalano
Successivamente gli Aragonesi hanno introdotto forme di architettura gotico-catalane, di cui il Santuario di Nostra Signora di Bonaria ne costituì il primo esempio. L'architettura rinascimentale, pur scarsamente rappresentata, annovera esempi notevoli come l'impianto della Cattedrale di San Nicola di Sassari (tardo gotica ma dal forte influsso rinascimentale), la chiesa di Sant'Agostino di Cagliari (progettata dai Palearo Fratino), la chiesa di Santa Caterina a Sassari (progettata dal Bernardoni, allievo di Vignola) ed il completamento della cattedrale di Santa Maria di Alghero, opera di Jacopo Palearo Fratino.
Al contrario, l'architettura barocca ha trovato ampio risalto: esempi interessanti sono la Collegiata di Sant'Anna a Cagliari, la facciata della cattedrale di San Nicola a Sassari (opera di Romero e Corbellini), la chiesa di S. Michele a Cagliari (a pianta centrale con pregevoli stucchi e affreschi), nonché le cattedrali di Cagliari, Ales e Oristano, ricostruite tra '600 e '700, rispettivamente, da Domenico Spotorno e Giovanni Battista Arieti.
A partire dal XIX secolo, grazie alle nuove idee ed esperienze importate da alcuni architetti sardi formatisi a Torino, si diffondono nell'isola nuove forme architettoniche di ispirazione neoclassica. Tra le figure più importanti di questa fase architettonica e urbanistica è da citare quella dell'architetto cagliaritano Gaetano Cima, le cui opere sono disseminate in tutto il territorio sardo (tra le sue molte realizzazioni vi sono l'ospedale civile di Cagliari, la parrocchiale di Guasila e la cattedrale di Ozieri). Accanto alle opere del Cima, sono da citare quelle di Cominotti (Palazzo e Teatro Civico di Sassari) e Cano (Cupola di S. Maria di Betlem a Sassari e la cattedrale di Nuoro). Nella seconda metà dell'Ottocento a Sassari fu realizzato il neogotico palazzo Giordano (1878) che rappresenta uno dei primi esempi di revivalismo nell'isola, mentre risale al 1933 la facciata neoromanica della cattedrale di Cagliari, opera di Giarrizzo.
Di Romulino - Collezione privata, Pubblico dominio
Wikipedia (L'altare della cripta di Sant'Agostino)
31/05/2010
Il "900
Un'interessante realizzazione di gusto eclettico, derivato dal connubio fra ispirazioni a modelli revivalisti e liberty, risulta essere il palazzo Civico di Cagliari, completato nei primi anni del XX secolo. Il liberty e l'Art Decò hanno trovato spazio soprattutto nei nuovi palazzi delle famiglie alto-borghesi, oltre che negli edifici pubblici. L'avvento del fascismo ha influenzato fortemente negli anni venti e trenta l'architettura italiana; anche in Sardegna, in particolar modo nelle città di nuova fondazione, sono stati realizzate diverse costruzioni di stile razionalista e monumentale: interessanti realizzazioni di quel periodo sono i centri di Fertilia, Arborea e la città di Carbonia, uno dei massimi esempi di architettura razionalista.
Lo sviluppo turistico iniziato negli anni Sessanta ha fatto sì che in Costa Smeralda si procedesse alla costruzione di edifici di notevole pregio architettonico, come il Cala di Volpe, il Romazzino o il Pitrizza, unitamente al villaggio di Porto Cervo con la chiesa di Stella Maris, opere, rispettivamente, di Couelle, Vietti e Busiri Vici.
Più recenti sono altri edifici decisamente moderni come la torre del T Hotel o la sede della Banca di Credito Sardo, entrambi a Cagliari ed il secondo opera di Renzo Piano; esistono, inoltre, diverse tipologie abitative tradizionali, come la casa alta delle zone collinari e montane, costruite in pietra e legno, e le case a corte in ladiri (mattone in terra cruda) del Campidano e diverse tipologie insediative, come gli stazzi in Gallura, i furriadroxius e i medaus nel Sulcis Iglesiente. Gli edifici più alti costruiti nell'isola sono il Grattacielo nuovo di Sassari con 70 metri e 20 piani, il T Hotel di Cagliari con 62 metri e 15 piani, la torre ovest del cosiddetto Palazzaccio di Olbia con 50 metri e 16 piani e la cupola della Basilica di Bonaria a Cagliari con 50 metri. La struttura più alta mai realizzata è il camino di 250 metri circa della Centrale Sulcis (appartenente all'Enel), situata all'interno del Polo industriale di Portovesme.
Heinz-Josef Lücking - Opera Propria
Wikipedia (Chiesa Stella Maris in Porto Cervo)
30/07/2010