Montagne e Colline
Rilievi Montuosi
Il territorio della Sardegna costituisce la seconda isola italiana e del Maditerraneo per estensione ed è caratterizzata principalmente da rilievi montuosi e da altopiani. Tutti i rilievi sono costituiti da rocce molto antiche generate dalla lenta e lunghissima azione erosiva degli agenti atomosferici. Sin dalle origini, la ricchezza prodotta dalle montagne ha ricoperto un ruolo importantissimo nella vita dell'uomo che le ha abitate, specie per il popolo agropastorale e per la società arcaica. La diffusa montuosità dell'isola, nel tempo abitata per lo più da pastori, ha costituito per secoli una barriera alle penetrazioni straniere, per merito dell'arcaica struttura delle montagne stesse che ha consentito a queste aree di resistere alle diverse ondate colonizzatrici, che si sono ripetute nei secoli, costituendo un valido rifugio per gli abitanti dell'isola. Le prime tracce di civiltà sono indissolubilmente legate alla montagna e alle sue risorse, a partire dagli insediamenti paleolitici, passando all'uomo del neolitico che sfruttava le risorse montane per ricavare il materiale necessario per la fabbricazione dei primi utensili per la caccia e l'agricoltura, fino ad arrivare alle civiltà nuragiche che, a dimostrazione di quanto la montagna fu vissuta intensamente dall'uomo, hanno tradotto la loro architettura con la costruzione dei nuraghi, delle domus de janas e dei villaggi arcaici di cui il territorio sardo è ricco.
Gianfranco Oropallo
Altervista (Il Gennargentu innevato)
2005
Le cime
Più dell'80% del territorio sardo è montuoso, di questa percentuale il 67,9% è costituito da altopiani rocciosi e colline e solo il restante 13,6% dell'area montuosa da quelle che, in riferimento alla loro altezza, possono essere considerate montagne vere e proprie. In base alla loro composizione, gli altopiani vengono chiamati "giare" se granitici o basaltici e tacchi se calcarei o in arenaria. A causa della loro scarsa altezza non è possibile considerare le montagne sarde come alti gruppi montuosi dal momento che la cima più alta, Punta La Marmora, raggiunge appena i 1.384 metri. L'altitudine media può essere calcolata intorno ai 380 metri sopra il livello del mare e solo il 15% del territorio supera la quota dei 1.500 metri di altezza. Il rilievo più importante dell'isola è costituito dal massiccio del Gennargentu, che significa porta d'argento, il cui nome è direttamente riconducibile alla tonalità delle sue rocce. Il massiccio del Gennargentu, situato nella zona centro-orientale dell'isola, è costituito prevalentemente da rocce scistose del periodo paleozoico e raggiunge la sua maggiore altezza in quelle che sono anche le più alte vette dell'isola , nello specifico Punta la Marmora con i suoi 1.834 metri di altezza, Bruncu Spina con 1.829 metri e il Monte Spada con un altimetria di 1.595 metri. Il massiccio si impone sul paesaggio circostante con una vasta successione di vette e si articola in una seria di propaggini, tra cui il Supramonte, che si estendono nella zona centro-orientale della Sardegna, tra la provincia di Nuoro e la provincia dell'Ogliastra. Il Gennargentu offre uno degli scenari naturalistici più tipici della Sardegna, caratterizzato da un territorio selvaggio e incontaminato, popolato da una fauna di elevato pregio naturalistico come ad esempio l'aquila reale, la volpe e il cinghiale e impreziosito da una ricca flora costituita da lecci, castagni, ginepri, timo e noccioli.
Gianfranco Oropallo
Wikipedia (Monte Spada innevato, in primo piano: Fonni)
2017
Le cime
Separati dal Gennargentu dalla profonda gola del Flumendosa si trovano, verso sud, i monti Toneri (1.328 metri), Perdedu (1.334 metri) e Santa Vittoria (1.212 metri). A nord del Gennargentu, nella parte centro-orientale dell'isola, si trova il complesso montuoso di altopiani carbonatici e calcarei del Supramonte caratterizzato da un aspetto particolarmente tormentato, la cima più elevata del quale è il Monte Corrasi a Oliena nel nuorese che raggiunge i 1.463 metri. La Barbagia, caratterizzata dalle tipiche formazioni calcaree note con il nome di tacchi, la più elevata di queste formazioni è il Monte Tonneri con i suoi 1.323 metri. I rilievi della Sardegna hanno prevalentemente la forma del massiccio, sono cioè gruppi di cime disposte in maniera più o meno caotica. L'unica che, per le sue caratteristiche, può essere considerata come catena montuosa è quella che comprende i monti del Marghine, i monti del Goceano e i monti di Alà ed ha inzio dal Montiferru, in prossimità della costa occidentale, e si estende fino ai Monti di Alà, in direzione nord orientale. Le rocce che costituiscono la catena montuosa sono di natura effusiva, come il basalto e la trachite, nella parte occidentale che trova in Punta Palai con i suoi 1.200 metri la sua punta più alta, mentre nel resto della catena prevalgono le rocce metamorfiche e granitiche, tra cui Monte Rasu con 1.258 metri di altezza. Nella parte settentrionale della Sardegna, si erge il granitico Monte Limbara che, con la Punta Balestrieri, costituisce il picco più alto della Gallura. Nell'Iglesiente, nel sud-ovest dell'isola, è situato il Monte Linas la cui altezza raggiunge i 1.236 metri e le cui antiche rocce risalgono al periodo Paleozoico. Nella zona del Sarrabus, che comprende il lembo sud orientale della Sardegna, i picchi più elevati sono i Monti Serpeddì, 1.069 metri, e il Monte Sette Fratelli di 1.023 metri. Nei Monti del Sulcis, infine, la vetta più alta è rappresentata dal Monte Is Caravius, 1.116 metri, affiancato da una decina di rilievi di altezza compresa tra i 1.000 metri ed i 1.100 metri.
Gianfranco Oropallo
Wikipedia (Punta La Marmora)
2017