Endemismi
Rettili e uccelli
In Sardegna gli endemismi si sono per lo più originati come evoluzione differenziale di nuove specie favorita dal lungo isolamento geografico e perciò identificabili come neoendemismi. I paleoendemismi in ambito faunistico sono alquanto rari e riguardano solo categorie sistematiche inferiori (es. la Lucertola di Bedriaga fra i Rettili ed i Geotritoni fra gli Anfibi). Gli endemismi faunistici presenti in Sardegna sono riconducibili ai seguenti tipi: Endemismi sardi. Riguardano specie o sottospecie presenti esclusivamente in Sardegna, spesso con una distribuzione limitata in ambito regionale. Sono poco frequenti e per lo più derivati da particolari condizioni di isolamento geografico o etologico. Rientrano ad esempio in questa categoria le cinque specie di Geotritoni esclusive della Sardegna, e l'Euprotto sardo, che hanno una distribuzione fortemente localizzata dato il loro particolare habitat. Esistono inoltre 4 sottospecie endemiche di uccelli che sono il fringuello (f.c. sarda), il Picchio rosso maggiore (d. m. ssp. harterti), la cinciallegra (P. m. ssp. ecki) e la ghiandaia (g.g. ssp ichnusae)(Arrigoni degli Oddi, 1902). Endemismi sardo-corsi. Riguardano specie o sottospecie presenti contemporaneamente in Sardegna e in Corsica. Sono i più frequenti e abbastanza comuni fra i Mammiferi e gli Uccelli, in virtù della vicinanza fra queste due isole e della loro continuità territoriale in epoche relativamente recenti. Uno dei casi più conosciuti di endemismo sardo-corso è quello del Cervo sardo, anticamente diffuso in gran parte dei territori della Sardegna e della Corsica.
Di Franco Andreone - CC BY-SA 2.5
Wikipedia (Speleomantes Supramontis)
Influenze mediterranee
Endemismi mediterranei. Sono abbastanza frequenti ed hanno una distribuzione più vasta che, in genere, coinvolge ampie aree del bacino mediterraneo nel suo complesso o limitatamente ad alcuni suoi settori. Un esempio di endemismo mediterraneo è la Pernice sarda, presente oltre che in Sardegna anche in Nordafrica (fino al Sahel), a Gibilterra, in Spagna e nelle Isole Canarie. Di particolare interesse è l'origine, talvolta incerta, di alcuni endemismi sia mediterranei sia esclusivi della Sardegna. In entrambi i casi, infatti, possono essersi originati dai flussi migratori antropici provenienti dal Nordafrica o dal Medio Oriente. È ad esempio il caso del Gatto selvatico sardo (Felis lybica sarda), alla cui posizione sistematica, ancora in discussione, è collegato il suo status di specie o sottospecie endemica. Dal punto di vista filogenetico, questa entità si distingue nettamente dal Gatto selvatico europeo (Felis silvestris), mentre è strettamente affine alla specie diffusa nel Medio Oriente e nel Nordafrica (Felis lybica). La sua introduzione in Sardegna è attribuita ai Fenici, che usavano trasportare i gatti nelle loro navi per combattere i roditori.
Di Stavenn - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Wikipedia (Pernice Sarda)
Bovini e ovini
Due cenni particolari meritano le razze sarde autoctone dei bovini e degli ovini. Il bovino Sardo, di cui esistevano ancora negli anni ottanta circa 25.000 esemplari geneticamente puri, è allevato allo stato brado in aree più impervie dell'isola in virtù della sua notevole rusticità. Presenta caratteri morfologici e funzionali decisamente singolari, riconducibili al progenitore ancestrale Bos macrocerus, e nettamente differenti da quelli delle storiche razze autoctone italiane (Podolica, Maremmana, ecc.). La sua presenza in Sardegna è documentata già dall'inizio dell'età nuragica (circa 4000 anni fa) e si esclude un'origine comune a quella delle razze autoctone italiane, che è ascrivibile al tipo brachicero, introdotto nell'isola più tardi, dai Cartaginesi. I caratteri morfologici più significativi consistono nella taglia e nella mole ridotte: l'altezza media al garrese è di 108–117 cm e il peso vivo raggiunto da soggetti adulti in buono stato di ingrassamento è di 250–350 kg. Altri caratteri morfologici distintivi sono la forma delle corna, rivolte all'indietro, l'estrema variabilità di colorazione del mantello, la costituzione muscolare asciutta, con profili spigolosi e ridotto accumulo di masse muscolari. La Pecora Sarda presenta caratteri morfologici piuttosto variabili a causa dell'intenso miglioramento genetico a cui è stata sottoposta da decenni, ma in sostanza si caratterizza per la mole ridotta (peso vivo medio di 59 kg negli arieti, 42 kg nelle pecore), il vello aperto con stinchi e testa nuda, assenza di corna in entrambi i sessi (talvolta rudimentali nei maschi), coda lunga ed esile, costituzione asciutta e spigolosa. Il suo carattere più importante è tuttavia la notevole rusticità. Frutto di millenni di selezione, questa razza è stata per lungo tempo erroneamente considerata a triplice attitudine (da latte, da carne e da lana), ma in realtà si è rivelata una delle migliori razze ad attitudine lattifera adattate a condizioni ambientali quasi proibitive: la pecora Sarda, infatti, ha un ciclo riproduttivo e una curva di lattazione sincronizzati con i cicli fenologici dei pascoli della Sardegna; la stessa curva di lattazione mostra un picco anomalo tardivo, in corrispondenza della primavera, epoca in cui la disponibilità alimentare è ottimale, ed entra in asciutta all'inizio dell'estate. Allevata in regime intensivo con tipi genetici selezionati, è in grado di dare produzioni di latte paragonabili a quelle delle razze lattifere propriamente dette. I pregi di rusticità di questa razza sono tali che attualmente l'allevamento della Sarda si è esteso in varie regioni d'Italia e nel Nordafrica.
Di carlsonimkeller - CC BY-SA 2.0
Wikimedia (Pecora Sarda)