Coste e Isole
Le Coste
Le coste della Sardegna si estendono per circa 1.900 km in un susseguirsi di paesaggi molto vari che sono stati creati e modellati durante la lunghissima storia geologica dell'isola. Lunghi tratti di coste basse e spiagge sabbiose si alternano ad alte falesie a strapiombo sul mare. Ampi tratti a falesie sono quelli compresi tra Portoscuso (vulcaniti) e le zone di Buggerru e Masua (calcari). Risalendo verso il litorale nord-occidentale le falesie si sviluppano nel tratto costiero tra Bosa (rocce basaltiche), Alghero-Capo Caccia (rocce calcaree) e l'Argentiera (rocce scistose), fino ad includere anche l'isola dell'Asinara. Sulla costa orientale un altro tratto costiero a falesie è rappresentato dalle insenature del Golfo di Orosei. Le coste risultano però prevalentemente basse e rocciose mentre i tratti sabbiosi si sviluppano soprattutto vicino alla foce dei corsi d'acqua. Parte del litorale nord-orientale della Gallura, tra Santa Teresa Gallura ed il Golfo di Olbia, presenta la morfologia a rias, caratterizzata da antiche valli fluviali oggi sommerse dalle acque del mare.
La Costa Smeralda
La Costa Smeralda (Monti di Mola in gallurese) è un tratto costiero della Gallura nel nord-est della Sardegna. L'espressione, coniata negli anni sessanta, indicava originariamente il solo tratto della costa di Arzachena, in provincia di Sassari, interessata dal progetto dell'omonimo Consorzio Costa Smeralda. La regione turistica, compresa nel territorio comunale di Arzachena, si estende su un tratto di costa di circa venti chilometri. La costa è caratterizzata dalla presenza di numerose insenature, piccole spiagge, e poco distante da numerose isole fra cui l'arcipelago di La Maddalena, e altre come Cappuccini, Bisce, Li Nibani, Mortorio, Le Camere e Soffi. Il territorio era prevalentemente disabitato fino a tutta la prima metà del XX secolo fino alla nascita, nel 1962, del Consorzio Costa Smeralda per mano del principe Karim Aga Khan, musulmano-ismaelita di cittadinanza britannica. Ben presto questo divenne un luogo di elezione del jet set internazionale, con locali come il Billionaire, e ripreso da film come Vacanze sulla Costa Smeralda e Vita Smeralda. Il cuore della Costa Smeralda è Porto Cervo dove si trovano anche tutti i servizi e altre numerose zone commerciali e residenziali come Romazzino, Capriccioli, Cala di Volpe, Golfo Pevero, Pantogia e Liscia di Vacca. Tra Porto Cervo e Cala di Volpe anche se al di fuori del Consorzio Costa Smeralda, si è sviluppata la zona commerciale e abitativa di Abbiadori. Pur non essendo formalmente in Costa Smeralda, Poltu Quatu, Baja Sardinia, Cannigione e Porto Rotondo vengono ad essa talvolta associati per la prossimità e per una poco dissimile tipologia di offerta turistica. Simbolo storico di Porto Cervo, è la chiesa Stella Maris, realizzata negli anni sessanta dall'architetto Michele Busiri Vici con uno stile che si adatta perfettamente all'architettura circostante. La chiesa di Stella Maris si trova in una posizione di favore con una vista panoramica che abbraccia l'intera insenatura del porto da un lato e Monte Moro dall'altro.
Le Isole
Fanno parte del territorio della Sardegna diverse isole che sorgono dal mare che la circonda. L'Isola di Sant'Antioco è la più grande per dimensioni (108,9 km²) ed insieme all'Isola di San Pietro (51 km²) compone l'Arcipelago del Sulcis, situato nella parte sud-occidentale dell'isola madre. Sant'Antioco è collegata con la Sardegna per mezzo di un ponte. L'isola, amministrativamente, è suddivisa tra due comuni; Sant'Antioco e Calasetta. L'isola di San Pietro è invece raggiungibile via mare con dei battelli che collegano Carloforte, unico suo centro abitato, con i porti di Calasetta e Portoscuso.
La seconda isola in ordine di grandezza è l'Asinara (52 km²), situata nella porzione nord-occidentale della Sardegna, che delimita l'ampio golfo omonimo. Dal 1885 l'isola fu espropriata dallo Stato e vi fu insediato, durante la prima guerra mondiale, un campo di prigionia per i soldati austriaci catturati dagli italiani. In seguito fu realizzato un carcere che fu chiuso nel 1997. L'isola e l'area marina che la circonda e stata istituita a parco nazionale nel 2002.
Nel settore nord-orientale si trova l'arcipelago della Maddalena, composto da una serie di isole tra le quali le più importanti sono La Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Santa Maria, Razzoli, Budelli, Spargi oltre ad alcune altre più piccole. La bellezza e la particolarità ambientale dell'arcipelago hanno portato all'istituzione, nel 1994, del Parco nazionale Arcipelago della Maddalena.
Altre piccole isole, oltre alle principali appena indicate, si trovano sparse davanti alle coste della Sardegna. Lungo la costa occidentale, risalendo verso nord, si trovano l'Isola Piana nel Sulcis, lo scoglio del Pan di Zucchero, presso Masua, l'isola di Mal di Ventre, al largo della costa del Sinis, l'Isolotto della Maddalenetta, lungo la costa antistante il Lido di Alghero, e l'Isola di Foradada, nelle vicinanze di Capo Caccia. Lungo la costa settentrionale, tra l'Asinara e il promontorio di Stintino, si trova l'Isola Piana. Nella costa orientale si trova l'isola di Figarolo, antistante la costa di Golfo Aranci. Al largo della costa di Olbia si trovano le isole di Tavolara e Molara e, più a sud del Golfo di Orosei, l'Isolotto dell'Ogliastra. Infine a sud, al largo della costa di Villasimius, si trovano l'Isola Serpentara e l'Isola dei Cavoli.
Gli Stagni
Un'importante caratteristica ecologica del paesaggio e della geografia della Sardegna è la notevole presenza degli stagni costieri. Essi rappresentano l'habitat ideale per molte specie di uccelli acquatici, stanziali e di passo. Il fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus) è sicuramente la specie più appariscente. La superficie totale degli stagni nel territorio regionale è superiore ai 12.000 ettari ed alcuni sono utilizzati e gestiti per l'itticoltura. L'origine degli stagni costieri della Sardegna è dovuta ad eventi geologici che hanno portato alla formazione di cordoni sabbiosi litorali, di depositi alluvionali o dovuti al trasporto ed al seguente deposito, da parte dei corsi d'acqua, di materiali argillosi che hanno impermeabilizzato il fondale.