Le prime richieste della Curia sulcitana per il trasferimento della sede vescovile ad Iglesias risalgono già ai primi anni dell’occupazione catalana, e ne abbiamo testimonianza in un documento di Innocenzo VI del 1354, in risposta alle lamentele del clero per l’insalubrità e l’insicurezza di Tratalias, e per l’insufficienza della Cattedrale per le funzioni religiose che, come si legge, erano già celebrate ad Iglesias. Il trasferimento ufficiale della sede sarebbe da riferire alla bolla di Giulio II dell’8 dicembre 1503, che attesta comunque l’esistenza di un Capitolo “pro tempore” ad Iglesias.
Le ragioni dell’impoverimento di Tratalias furono probabilmente analoghe a quelle che si verificarono alla fine dell’antichità, con lo spostamento del fulcro politico ed economico in una regione ancor più periferica rispetto all’antica Sulci, e cioè ad Iglesias, che durante il periodo di influenza pisana assurse a centro più importante della Sardegna meridionale, grazie all’attività mineraria.
In ogni caso, al trasferimento della sede vescovile ad Iglesias non seguì, per Tratalias, un periodo di abbandono e degrado. L’esempio più significativo sono le grandiose strutture a corte, chiuse da monumentali portali barocchi. Una di queste strutture, con un’epigrafe su intonaco datata 1655, in cui si parla di lavori di restauro dell’edificio, ci aiuta a datare questa eccezionale attività edilizia, che non ha paralleli negli altri paesi del Basso Sulcis. Grazie ai recenti lavori di restauro e recupero del vecchio borgo, è stato inoltre rinvenuto un architrave datato al 1573, che consente un’ulteriore retrodatazione dell’attività costruttiva. Si deve rilevare che queste strutture non paiono essere legate esclusivamente alla festa in onore della Madonna di Monserrato, durante la quale il Capitolo di Iglesias si trasferiva a Tratalias, poiché esso disponeva, proprio di fronte alla Cattedrale, dell’antico palazzo vescovile, abbattuto tra il 1929 e il 1933.
Se è indubbio che la festa patronale vedesse un concorso di popolo eccezionale rispetto al numero di abitanti del borgo, è però da escludersi l’ipotesi di un completo abbandono del centro dopo il XV secolo e di un suo ripopolamento repentino in età sabauda, come da molte parti si è creduto.
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