Il Territorio di Tratalias

Il Medioevo

La costruzione della Cattedrale rappresentò senz’altro il momento più importante nella storia di Tratalias.

Non esistono fonti storiche documentarie sull’inizio e la committenza dell’edificio, ma si conserva l’epigrafe di fondazione, datata al 1213, che dovrebbe essere l’anno della fine dei lavori e di dedicazione del tempio, e che ci riporta ai tempi di Guglielmo di Massa o della figlia Benedetta; sui capitelli dell’ingresso a sud della Cattedrale sono effigiate due immagini, una di un personaggio maschile ed una di uno femminile, che, come di consueto, dovrebbero rappresentare i giudici committenti, e che andrebbero quindi riferite alla famiglia Massa, che governava allora il Giudicato di Cagliari.

Le forme della chiesa riprendono lo stile romanico di gusto pisano, anche se le proporzioni, con il loro notevole sviluppo in verticale, anticipano l’imminente stile gotico. Le influenze gotiche sono evidenti soprattutto nel portale a nord, in cui, sopra un bassorilievo che rappresenta due leoni araldici affrontati, di ascendenza bizantina e comunque senz’altro provenienti da un edificio più antico, troviamo un arco di scarico già perfettamente ogivale, segno, forse, che i lavori di decorazione della chiesa si sono protratti a lungo, per quanto non manchino evidenti tracce di parti di decorazione non finite, come nelle foglie d’acanto dell’arco a tutto sesto del portale meridionale.

All’esterno le linee sono semplici ed essenziali, con una decorazione ad archetti pensili che percorre l’intero perimetro. La facciata riprende la divisione interna in tre navate, e la parte superiore è abbellita dal rosone centrale. All’interno le navate sono separate da grossi pilastri, la cui colorazione rosata crea un suggestivo contrasto cromatico con le pareti, di colore più chiaro. Il tetto, realizzato con capriate lignee, è raggiungibile tramite una scala interna formata da dodici pioli in pietra direttamente incassati alle pareti, che si ripetono all’esterno, nel timpano della facciata, e che hanno sempre costituito, per la tradizione popolare, fonte di leggende e aneddoti.

Dell’arredo medioevale, purtroppo, non si è conservato nulla. Un’epigrafe attualmente murata nella controfacciata ricorda l’erezione di un pulpito in marmo nel 1282, costruito dallo scultore stampacino Guantino Cavallino, di cui non rimane alcuna traccia.

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