Arzachena
Arzachena le origini
Arzachena (Alzachèna in gallurese, Altzaghèna in sardo) è un comune italiano di 13 633 abitanti della provincia di Sassari in Sardegna. Situata a circa 83 m s.l.m., è dopo Olbia e Tempio Pausania il comune più popoloso della Gallura, territorio del nord-est sardo. Situata a circa 25 km da Olbia e a 45 km da Tempio Pausania, ricopre una notevole importanza dal punto di vista economico, essendo insieme ad Olbia una realtà molto dinamica, sia demograficamente per la popolazione quasi triplicata dagli anni sessanta che continua a crescere a un tasso del +16% ogni decennio, sia economicamente dal punto di vista turistico e ricettivo. Il comune, frazione di Tempio Pausania fino al 1922, è suddiviso in diverse frazioni e al suo interno è racchiusa la famosa località turistica chiamata Costa Smeralda. Situato nella parte nord-orientale della Sardegna, nella regione storica della Gallura, il comune è facilmente raggiungibile percorrendo l'ultimo tratto dell'Orientale Sarda (S.S. 125), che congiunge Olbia a Palau. È inoltre presente una circonvallazione lunga circa 8 km (raccordo urbano di Arzachena) che permette di raggiungere la città passando dall'esterno, che collega l'ingresso delle due parti di Arzachena, una in direzione Olbia e l'altra in direzione Palau, ovviando così il traffico molto intenso soprattutto nel periodo estivo. Il territorio comunale di Arzachena, con una superficie di circa 228 km², comprende ben 88 km di costa, ricca di baie, insenature e spiagge di cui fa parte anche il famoso complesso della Costa Smeralda, nato nel 1962 per opera del principe ismailita Karim Aga Khan IV. La costa alterna zone basse e sabbiose ad anfratti, scogli granitici di vari colori e zone umide particolarmente interessanti da un punto di vista naturalistico come gli stagni di Saloni, posti al termine del lungo fiordo denominato Golfo di Arzachena. Il territorio è abitato dall'uomo sin dal periodo prenuragico e nuragico. La zona, in periodo romano, era nota col nome di Turibulum per via della grande roccia a forma di fungo che sovrasta l'attuale città e consisteva in due centri vicini, Turibulum maior e Turibulum minor. Mantenne una rilevante importanza per tutto il periodo giudicale, tant'è che col nome di Arseguen costituiva il capoluogo della curatoria di Unale del Giudicato di Gallura; dopo la caduta di quest'ultimo passò alla repubblica di Pisa. Poco dopo l'inizio della dominazione aragonese andò lentamente spopolandosi, anche a causa delle frequenti incursioni saracene e delle mortali pestilenze. Nella seconda metà del XVI secolo la zona era praticamente disabitata.
Arzachena oggi
L'attuale cittadina, che poggia su di un colle granitico fu edificata a partire dal 1716 per volontà del re di Sardegna Carlo Emanuele III, a causa dell'incontrollabilità della popolazione locale nonostante l'invio di forze militari ma anche per incentivare il ripopolamento del territorio[3]. Fu così che tra il 1774 e 1776 la piccola chiesa campestre intitolata a Santa Maria d'Arzaghena venne notevolmente ampliata e cambiò nome divenendo Santa Maria Maggiore e attorno ad essa il paese si sviluppò notevolmente[3], tanto che nel 1909, anno della formazione del comitato pro-autonomia, contava già 853 abitanti. Nel 1922, dopo anni di dure lotte, ottenne l'autonomia da Tempio Pausania e da allora conobbe un continuo sviluppo urbanistico e demografico, ulteriormente amplificato negli anni sessanta dal boom turistico della Costa Smeralda Il comune di Arzachena ha un territorio particolarmente vasto (dopo Olbia è il più esteso della provincia) che racchiude per intero la famosa "Costa Smeralda". Questo fa del comune smeraldino il primo in Sardegna per numero di arrivi e presenze turistiche (il 10,66% delle presenze regionali nel 2005) parzialmente contrastato solo da Alghero. Le località costiere che si susseguono lungo la costa del territorio comunale sono: Porto Cervo, Baja Sardinia e Cannigione. L'offerta turistica è variegata. Si va dal lussuosissimo Porto Cervo, al centro turistico di prestigio, ma più alla portata di tutti, Baja Sardinia, fino a Cannigione località marina di pregio, dotata di tutti i servizi necessari al turista e di spiagge bellissime ma, sicuramente meno conosciuta e più abbordabile delle prime due. La zona costiera comunale è particolarmente attrezzata dal punto di vista turistico ricettivo (oltre 13mila posti letto in alberghi e strutture complementari), ricca di alberghi, agriturismi, ville, ristoranti, discoteche e porti turistici. Nel comune smeraldino, sono presenti nove alberghi a 5 stelle (sei dei quali a Porto Cervo), numerosi 4 stelle e diversi, benché non numerosissimi 3 stelle. Nel territorio sono presenti quattro porti turistici dei quali tre attrezzati: Porto Cervo, Poltu Quatu e Cannigione più il piccolo molo di Cala Bitta (Baja Sardinia). Nei pressi di Cannigione, il Rio San Giovanni sfocia nel golfo di Arzachena creando una delle principali zone umide della Sardegna settentrionale, gli stagni di Saloni nei quali trovano il loro habitat ideale vari uccelli palustri, quali la garzetta, l'airone cenerino, i germani reali, le folaghe, le gallinelle d'acqua ed il rarissimo pollo sultano, riconoscibile per il suo piumaggio blu e le sue lunghe zampe rosse. Saltuariamente scelgono queste acque anche i fenicotteri rosa. Il Pollo Sultano, in particolare è un uccello stanziale della famiglia dei Rallidi, misura circa 47 cm, di piumaggio blu-porpora, dal becco e zampe rosse con lunghissime dita con le quali si arrampica agevolmente tra i folti e aggrovigliati canneti, dove costruisce il suo nido e si nasconde durante la notte. Difficilmente si allontana dai canneti ma quando ciò accade, principalmente prima e dopo il tramonto, è in cerca di molluschi e piante acquatiche, la sua dieta principale. Il Pollo Sultano è una specie rara ed è protetta, in Italia, sin dal 1978. Spostandosi verso l'interno il paesaggio è disseminato di stazzi, le vecchie abitazioni galluresi che fino a 50 anni fa hanno rappresentato il fulcro della vita contadina, perfettamente inseriti nel paesaggio costituito dai boschi di ulivi e querce oggi vengono ristrutturati per uso abitativo o riconvertiti ad esercizi di turismo rurali.
Le chiese di Arzachena
Ad Arzachena sono presenti quattro chiese di cui due intitolate a Santa Maria della Neve, una a Santa Lucia e una San Pietro. La chiesa più antica, intitolata a Santa Maria della Neve (Santa Maria Maggiore) sorge nel cuore del centro storico, in Piazza Risorgimento e risale, almeno nella sua struttura di base, al 1716. Nel 1774 e nel 1864 subì notevoli trasformazioni e solo nel 1922 raggiunse l'aspetto odierno. La sua architettura è quella classica delle chiese urbane galluresi, il prospetto principale termina col profilo del timpano ad arco ribassato, con campate definite da archi a tutto sesto mentre sul lato destro si innalza la torre campanaria a canna quadrata. Nel presbiterio è conservato un raffinato altare ligneo ed un intaglio raffigurante la Vergine col Bambino, riferibili all'epoca di ampliamento della chiesa, nel 1776. L'altra chiesa di omonima intitolazione sorge poco distante, di recente costruzione è stata terminata nel 1993. Di dimensioni imponenti è realizzata in cemento armato e rivestita con blocchi di granito a vista. Vi si celebra la Festa la seconda domenica di settembre. La chiesa intitolata a Santa Lucia risale anch'essa al XVIII secolo e sorge inerpicata su di un colle che sovrasta la città e da dove si gode un panorama stupendo. La sua pianta a tre navate ha uno sviluppo di tipo basilicale, un tipo di architettura diffusa nelle chiese rurali galluresi. Vi si celebra la Festa il 13 dicembre. La chiesa intitolata a San Pietro, che sorge nell'omonima e centrale via, fu ricostruita dopo essere stata abbattuta del 1934 ma probabilmente già nel Settecento era una piccola chiesa campeste. È stata riaperta al culto nel 1999 dopo un profondo restauro e al suo interno è conservata una statua policroma di San Pietro seduto in cattedra, del XVIII secolo. Nel territorio di Arzachena sono presenti inoltre numerose chiese campestri, caratterizzate da un'architettura spartana e da una dignitosa povertà negli arredi, presentano tipicamente una pianta rettangolare, con archi a tutto sesto, sostenuti da contrafforti. Come da tradizione locale, l'intitolazione di tali chiese porta il nome del Santo ma il cognome del proprietario del terreno nel quale è costruita.
I Nuraghi di Arzachena
Nei pressi sono presenti numerosi monumenti del periodo prenuragico e nuragico, chiara testimonianza di come fosse vitale in questa zona tale Cultura. La Cultura dei circoli di Arzachena (fine del IV - inizio del III millennio a.C.), tipica e originale di questo luogo, si caratterizza rispetto alla contemporanea Cultura di Ozieri per notevoli differenze architettoniche osservabili nella costruzione delle necropoli, tra cui l'importantissima necropoli di Li Muri. L'architettura è molto semplice, ma unica: i sepolcri, di forma circolare, sono edificati uno accanto all'altro e attorno, piccole casette in pietra raccoglievano probabilmente le offerte dei parenti ai propri defunti. A giudicare dai numerosi oggetti di pregio ritrovati nell'area i defunti sepolti a Li Muri dovevano essere personaggi importanti o appartenenti a una classe di spicco, probabilmente dei pastori-guerrieri. Sulla strada statale 125 in direzione Olbia, alla periferia del centro abitato, un cartello turistico indica la presenza del nuraghe Albucciu. Il nuraghe, edificato a ridosso di un massiccio granitico, è un esemplare di tipo misto. Poco distante dal nuraghe, è stata recentemente portata alla luce una tomba dei giganti priva della grande stele monolitica e al cui interno sono state ritrovate monete ed incisioni puniche, prova evidente che la tomba fu utilizzata anche in epoca successiva a quella nuragica. Poco distante dal nuraghe Albucciu un altro importante sito archeologico è rappresentato dal complesso nuragico di Malchittu, nel quale spicca per interesse il tempietto omonimo. Databile tra il XVI e il XIV secolo a.C. (Bronzo Medio), di struttura rettangolare presenta un'abside semicircolare dove è ancora presente un bancone per i doni alle divinità. Antistante l'ingresso si trova il temenos, una sorta di sagrato sul quale i pellegrini sostavano nell'attesa di entrare nel Tempio per assistere alle funzioni religiose. Proseguendo da Arzachena sulla s.s. 427 per Calangianus, dopo 3 km, imboccata una strada sterrata si giunge in località "li Lolghi", dove in cima ad una collina domina l'omonima tomba dei Giganti, costruzione nuragica databile attorno al 1800 a.C. e in ottimo stato di conservazione. La struttura è costituita da l'esedra e la stele, quest'ultima caratterizzata da due lastre di granito sovrapposte, un'architettura ardita per i tempi. La tomba dei Giganti di Coddu Vecchju, situata nell'omonima località nei pressi di Arzachena è il più grande del suo genere e raggiunge col la sua stele granitica centellinata un'altezza di 4,04 metri. La sua costruzione è avvenuta in almeno due periodi distinti: la camera funeraria risalirebbe al bronzo antico (1800-1600 a.C.) mentre l'esedra fu sistemata in periodo più tardo, probabilmente nel bronzo medio (1600-1300 a.C.). All'interno della Tomba e nella vicinanze sono stati rinvenuti reperti di pregio quali collane, vasi, ciotole, tegami e decorazioni varie, conservate e visibili nel museo G. A. Sanna di Sassari. La tomba di Giganti di Coddu Vecchju è pertinente al villaggio del Nuraghe La Prisgiona che si trova a soli 500 metri seguendo la strada che dalla tomba continua verso la collina di Punta d'Acu.
La cucina Arzachenese
La cucina Arzachenese, come tutta quella gallurese è caratterizzata da piatti molto semplici, legati essenzialmente alla vita contadina, ultimamente riscoperti e ricercati. Primi piatti. La suppa gadduresa o più semplicemente suppa (da non confondere con la suppa cuàta piatto simile ma tipico dell'interno) è senz'altro il piatto più rappresentativo e noto anche al di fuori della gallura. È tradizione prepararla in occasioni importati quali nozze e festività e si ottiene intingendo delle fette di pane nel brodo di carne, integliando il tutto alternando il pane con strati di formaggio ed erbe aromatiche e cuocendo al forno. Li chjiusòni, gli gnocchi galluresi, si differenziano da quelli sardi per dimensione e lavorazione: La tradizione vuole siano rigorosamente lavorati a mano e che abbiano una dimensione di circa 3 cm. È usanza preparare questo piatto per il primo agosto. Altri piatti importanti sono i fascjoli e taddarini, una zuppa di fagioli e tagliatelle e lu risu cu' li pulpeddi ovvero del riso condito con tocchetti di carne di maiale speziata e sugo di pomodoro. Secondi piatti. Uno dei più importanti secondi piatti e rappresentato dalla rivea, coratella di agnello o capretto allo spiedo, spesso preparata anche al tegame (la cògghjia). C'è poi Lu casgiu furriatu ossia del formaggio, generalmente vaccino, fuso e condito con miele o zucchero. Altro secondo importante è La mazza frissa, un impasto di panna e farina cotto a fuoco lento in tegame, con miele o zucchero. Dolci. Lu pani e sabba, dolce tipico per Ognissanti è preparato mescolando all'impasto di uova e farina del mosto d'uva cotto. I dolci natalizi sono Li cucciuleddi, conditi con miele o con sabba, li niuleddi e l'acciuleddi, questi ultimi composti di pasta dolce fritta e ricoperta di miele. Il dolce di Carnevale per eccellenza sono però le frittelle (li frisgioli), fritte sovente nell'olio di lentischio detto localmente listincu, il tutto accompagnato dal Vermentino delle vigne del territorio.
Le frazioni di Arzachena
Abbiadori è una frazione del comune di Arzachena. Conta circa 250 abitanti, sorge a 116 metri s.l.m., a due chilometri a sud di Porto Cervo, e a poca distanza dalle bellissime spiagge della Costa Smeralda, come la spiaggia del Principe e Capricciòli. Nato attorno ad un vecchio stazzo, Abbiadori, si sta velocemente sviluppando demograficamente e urbanisticamente, specie dopo la concessione da parte del comune dello status di zona urbana, che consente di evitare i vincoli paesaggistici, altrimenti strettissimi in questo tratto di costa e nell'immediato entroterra. Poco distante da Abbiadori, dal progetto dell'architetto americano Robert Trent Jones, sorge uno dei migliori campi da golf del mondo: il Pevero Golf Club. Costituito da 18 buche e 72 par è incluso nella lista Europe's Elite selection della Professional Golfer's Association (PGA), e membro dei Relais du Golf.
Baja Sardinia
Baja Sardinia (Cala Battistòni in gallurese) è una frazione di circa 150 abitanti, famosa località turistica e balneare, sorge nell'estrema punta nord della penisola della Costa Smeralda, a ovest di Porto Cervo, ma non è inclusa in tale consorzio. La sua architettura si ispira a quella della vicina Porto Cervo ma ha un'estensione inferiore e non possiede un porto. Nelle vicinanze sono presenti numerosi locali notturni e un famoso parco giochi acquatico. Tra le poche località della costa ad avere un'ampia baia a mare attrezzata per la balneazione
Cannigione
Cannigione (Lu Cannisgiòni in gallurese) è una frazione di oltre 800 abitanti situata a circa 5 km dal capoluogo. Nata agli inizi del Novecento come un villaggio di pescatori oggi è in grande sviluppo sia urbanistico che demografico, principalmente grazie al turismo balneare promosso soprattutto dalla vicina Costa Smeralda, mentre la pesca è divenuta oggi un settore secondario. Contigue a Cannigione sorgono le località di La Conia, Mannena e Barca bruciata (gall:Balca brusgiata), quest'ultima così chiamata in seguito alla vendetta degli abitanti locali nei confronti di un carbonaio toscano, colpevole di aver tagliato i boschi in modo incontrollato e non gradito, al quale venne bruciata la barca utilizzata per il trasporto. Cannigione possiede un grazioso porto turistico, da dove partono, nel periodo estivo, le imbarcazioni per il vicino arcipelago della Maddalena.
Poltu Quatu
Poltu Quatu è una frazione del comune nata alla fine degli anni ottanta. Deve il suo nome alla denominazione gallurese del luogo, che significa "porto nascosto", non molto conosciuto si estende su un'insenatura molto caratteristica, ma nascosta dallo sguardo dei meno pratici grazie ad una vegetazione molto fitta che costeggia la strada litoranea. Infatti il porto si è ottenuto cementificando uno stupendo fiordo naturale. Si trova lungo la strada che da Porto Cervo conduce a Baja Sardinia, la sua popolazione residente è praticamente inesistente ma, durante il periodo estivo diventa un centro molto attivo soprattutto prima di cominciare il giro delle discoteche della zona. È dotato di un grazioso porto turistico che rimane affollato durante tutta la stagione. Da non confondere con Poltu Quadu, che è invece un quartiere di Olbia.